carcere“Sono stata molto colpita dall’esperienza realizzata nel carcere di Ferrara. È certamente un passo avanti per migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti con le loro famiglie”. Lo ha detto la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elisabetta Gualmini visitando la scorsa settimana l’istituto penitenziario di Ferrara nella terza tappa del progetto “Il giro: storie, volti, immagini del welfare in Emilia-Romagna”. L’assessore ha notato, in particolare, l’allestimento di spazi colorati e moderni pieni di giochi, mobili e tavolini dove avvengono gli incontri tra detenuti e figli. Luoghi per “eliminare situazioni traumatiche dovute a modalità, ambienti, atteggiamenti, tempi non adatti ad accogliere i bambini”.

Ciò che distingue “I sabati delle famiglie” attivi a Ferrara da altre esperienze, come “Lo spazio giallo” delle tre carceri milanesi è l’impegno diretto dei volontari e del servizio comunale del Centro per le famiglie, animatore del progetto e già impegnato sul tema della genitorialità in carcere con il ciclo di incontri “Comunque papà” ai quali partecipano detenuti con figli minorenni, volontari, pedagogisti ed educatori.

Iniziative che si ispirano alla “Carta dei figli dei genitori detenuti”, protocollo di intesa siglato il 21 marzo 2014 per la prima volta in Italia e in Europa, tra il ministro della Giustizia, il Garante per l’infanzia e l’adolescenza e la presidente dell’Associazione Bambinisenzasbarre onlus per tutelare i diritti dei 100 mila bambini e adolescenti che ogni giorno entrano nelle carceri italiane per andare a trovare uno dei genitori. “Il recupero della genitorialità – ha detto il direttore della casa circondariale di Ferrara Paolo Malato – è importante per la vita detentiva, le persone che stanno espiando una pena in carcere vivono in funzione di questi colloqui”.