La protesta contro i test Invalsi – i quiz utilizzati per valutare la preparazione degli alunni italiani – si allarga a macchia d’olio. A Ravenna è stata la scuola primaria Garibaldi, sotto la spinta di un gruppo di genitori, a tirarsi indietro. A Bologna Gianluca Gabrielli, maestro alle elementari Fortuzzi, come racconta La Repubblica ha fatto coming out con un comunicato in cui spiega che il giorno delle prove ha fatto regolare lezione ai suoi alunni.
La ragione? Secondo il docente i test sono “una intromissione dirompente e dannosa nella mia didattica e nella didattica dei docenti italiani” senza “alcun elemento di scientificità, sia per la somministrazione censuaria, sia per i contenuti che intendono misurare, che sono o riduttivi o confusi”.
Per far valere i principi di inclusione, di cooperazione, di eguaglianza, di rispetto per i tempi di ogni bambina o bambino – cardini della scuola e della sua attività didattica – il maestro ha dovuto insomma disobbedire: “Ma credo che l’obbedienza in alcuni casi non sia una virtù”, ha detto tirando il ballo don Milani.
Ma sull’operato dell’insegnante è arrivato il commento netto di Giovanni Schiavone, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, secondo il quale se c’è una norma, va rispettata. E sulle eventuali sanzioni a Gabrielli, sarà il preside a decidere.
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