Della piaga del mobbing a danno delle future mamme o delle neomamme avevano parlato pochi giorni fa. E ora il Corriere della Sera parla del caso bolognese: nell’ultimo anno quasi mille mamme hanno lasciato il loro lavoro per aver subito mobbing dopo il parto. Il dato è emerso ieri durante un seminario sulle politiche di contrasto al mobbing, stando a quanto ha diffuso il consigliere comunale Corrado Melega (Pd). Il numero è stato ricavato dalle denunce arrivate all’osservatorio nazionale sul mobbing, che registra quasi mezzo milione di casi l’anno per episodi legati alla maternità.
Per Melega, ex primario di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale Maggiore, il dato è più che preoccupante e comunque da prendere con il beneficio d’inventario “non solo perché non è detto che tutti i casi denunciati siano reali ma anche perché è possibile che le denunce siano inferiori al numero complessivo di episodi di mobbing”. A volte, infatti, le mamme per paura di perdere il posto non segnalano le discriminazioni subite. Non solo: in sede giudiziaria è difficile dimostrare il mobbing, visto che l’onere della prova spetta alla lavoratrice.
In nove cause sulle dieci che vanno a buon fine, il datore di lavoro viene condannato solo per il demansionamento, più semplice da provare. Melega — insieme alla presidente dell’assemblea comunale Simona Lembi — ha chiesto la convocazione di una commissione comunale consultiva con l’osservatorio nazionale per capire meglio le dimensioni del fenomeno.
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