Vi avevamo parlato di lei, Emanuela, neonata abbandonata in una busta della spesa a Villa Literno con le telecamere di sorveglianza che avevano ripreso tutta la scena. I primi a intervenire sono stati due poliziotti del commissariato di Aversa. La bimba è in ospedale e sta bene. Quello che ci commuove è il racconto comparso questa mattina sulla pagina Facebook della Polizia di Stato, quella dell’Agente Lisa. Che racconta un retroscena che ci lascia con il cuore sospeso, sperando nel lieto fine. Raffaele, Assistente Capo quel giorno doveva essere da un’altra parte. Raffaele ha perso un figlio. E’ stato lui a rianimare la piccola. E ora spera di portarsela a casa. Ecco il racconto:
“Ancora una volta sono qui a parlavi di un uomo, un poliziotto, che nel suo lavoro ne ha viste di cotte e di crude ma che per uno scherzo del destino un giorno si è trovato dove non doveva essere e ha visto la sua vita stravolta da una bambina. Una neonata.
Sto parlando dell’Assistente Capo Raffaele Santoro.
Andiamo per ordine.
Sabato 11 aprile h.7,10 Raffaele ha appena preso servizio sulla Volante del#Commissariato di #Aversa insieme al collega e parigrado Valerio Conte.
Ma lui quel giorno doveva essere in un altro posto con altre mansioni, perché Raffaele si occupa di scorte a persone che sono minacciate dalle organizzazioni criminali di zona.
Ed è molto bravo nel suo lavoro. Lo ha fatto per 11 anni a Firenze girando tutta l’Italia per proteggere persone a rischio, poi si ammala sua madre e quasi in contemporanea il figlio. E li perderà entrambi. Dolore su dolore.
Ma il figlio prima di morire deve pagare un pesante dazio alla malattia che lo ha colpito e deve affrontare anni di sofferenza e Raffaele e la moglie sono lì al suo fianco, allestendo un piccolo ospedale in casa e imparando quelle tecniche che poi, sabato scorso, restituiranno la vita alla piccola neonata.
Perché restituiscono la vita? Perché la chiamata che arriva in sala operativa annuncia che vicino ad un bar a #VillaLiterno è stata trovata una neonata morta.
Si precipitano e Raffaele la vede cianotica in volto e fino a metà corpo, ancora sporca dal parto, ma percepisce un flebile alito di vita e si ricorda delle manovre.
Diventa Raffaele il padre che è stato. E applica con due dita quella pressione che sa che deve fare e come la deve fare.
Il pianto improvviso che sgorga dalla bimba è il più bel pianto del mondo per lui.
La piccola respira di nuovo ma ora l’esperienza gli dice che non è stabilizzata e devono correre veloci come il vento. Che non c’è tempo per aspettare un’ambulanza.
E la volante vola davvero.
Ho parlato con lui e mi detto che hanno letteralmente messo a repentaglio la loro vita per schivare camion di frutta e trattori che a quell’ora in una zona agricola intasano la strada.
Ma è giornata di miracoli e arrivano in una manciata di minuti all’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno.
Lì Raffaele sa che troverà le persone giuste per la piccola e quando vede le mani esperte dell’equipe prendersi cura di lei può tirare un sospirone di sollievo ma non se ne va fino a quando la vede mangiare. Ora si che può tornare a casa dalla moglie. E La moglie, che già ha comprato tutine e pannolini oggi andrà da Emanuela. Si perché questo è il nome che Raffaele ha voluto darle, un nome che il figlio che non c’è più voleva dare ad un fratellino che non è mai arrivato. E Raffaele e la moglie vogliono che sia proprio Emanuela quel bimbo e sperano che la Legge e l’Iter burocratico per una volta non siano così rigidi.
Chissà magari un altro miracolo?”
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