In 34 anni, è la prima volta che succede. Dal 1971, quando i nidi sono stati istituiti, non era mai accaduto che in Emilia-Romagna i posti disponibili superassero le richieste. Colpa della crisi? Delle rette troppo alte? Di servizi poco flessibili. L’assessore regionale al Welfare Elisabetta Gualmini, che ci aveva raccontato in una intervista il proprio interesse al tema, ha provato a sviscerare il problema – come riporta il sito Emilia-Romagna Sociale – durante l’incontro “Educare i bambini, quante domande…”, organizzato dall’associazione BolognaNidi.
“Non stiamo vivendo nulla di traumatico – ha spiegato – . Le istituzioni devono essere brave ad adeguarsi ai cambiamenti della società. Se i bisogni cambiano, le risposte devono cambiare. Che poi altro non è che quello che andrebbe sempre fatto”. Gualmini ha incitato eventuali proposte di welfare aziendale (vedi per esempio il nido Mast, che questa settimana si è guadagnato foto e menzione in uno speciale curato dall’Espresso), anche se ha precisato che il pubblico deve continuare a fare da baluardo e supervisore dell’offerta.
Cristiano Gori, docente dell’Università Cattolica di Milano, ha detto che al centro-nord c’è tutta una fascia di famiglie che non manda i bimbi a scuola perché non sono né abbastanza ricche per tenerli a casa, né abbastanza povere per usufruire di percorsi agevolati.
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