Cala il numero delle persone incontrate dalle Caritas della Diocesi di Rimini (7.071, ovvero 400 in meno rispetto al 2013), ospitate dalla Capanna di Betlemme (-90) e delle mamme accolte dai Centri aiuto vita (-82). Ma cresce il numero dei servizi erogati, in particolare i pasti (+13 mila rispetto al 2013 nella Caritas diocesana e +3.500 alla Mensa dei frati) e, soprattutto, dappertutto sono aumentati gli utenti italiani. Lo dice il Rapporto povertà Caritas.
Diversi stranieri, da quanto emerge, hanno deciso di tornare in patria, mentre chi è rimasto si è trovato in forte difficoltà, tanto da rivolgersi con più frequenza agli enti caritativi. Segno soprattutto che la crisi è tutt’altro che finita e che sono in crescita persone e famiglie in condizione di disagio, persone che perdono il lavoro e di conseguenza la casa. Tra gli italiani che hanno chiesto aiuto prevalgono gli uomini soli e adulti, ma sono in aumento le famiglie con bambini, i separati, gli anziani e i giovani disoccupati. In particolare, le famiglie chiedono aiuto per pagare le bollette, per acquistare farmaci, prodotti per l’infanzia e materiali scolastici: in un anno la Caritas ha dato a fondo perduto 100 mila euro per sostenerle, l’associazione Famiglie insieme ha erogato 444 mila euro a 491 famiglie per l’affitto (di cui il 60% italiane), spese mediche e rimpatri dei familiari, mentre la Croce Rossa di Riccione ha distribuito pacchi viveri a 94 famiglie (+34 sul 2012).
Anche gli sportelli sociali hanno seguito famiglie in stato di disagio: Rimini 1.691, Riccione e Misano 364, Bellaria 606, Santarcangelo 163 (di cui 75 nuove) e Verucchio 212. Tutti gli sportelli hanno registrato un aumento di richieste economiche e di aiuto per emergenze abitative e sfratti, causa disoccupazione degli utenti e cessata erogazione di ammortizzatori sociali.
Le famiglie più in difficoltà sono quelle con minori, in particolare marocchine, italiane, albanesi e rumene, e quelle dove entrambi i coniugi sono privi di lavoro, ma sono notevoli le difficoltà anche dove lavora solo uno dei due quando il lavoro è precario con un reddito insufficiente. Una famiglia su tre, inoltre, ha un familiare con problemi di salute, problemi che ricadono su nucleo familiare in quanto la persona ha bisogno di cure e non è in grado di lavorare. Dal Rapporto emerge, però, che nella misura in cui le famiglie riescono a mantenere vive relazioni sociali con parenti e amici riescono a fronteggiare meglio le difficoltà ed è nel momento in cui rimangono sole che aumentano i problemi. In generale, le famiglie ritengono che sul territorio ci siano buoni sistemi di aiuto e non si sentono abbandonate dalle istituzioni.
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