Sempre più persone bussano alla porta della Caritas. Stando agli ultimi dati di Ravenna, nel 2014 la porta di piazza Duomo è stata aperta 6212 volte contro le 5.530 del 2013. Rispetto al 2008, anno di inizio della crisi, quando i passaggi erano stati 2696, l’aumento registrato è del 209%. “Un dato che fa riflettere – recita il rapporto diffuso ieri – è che su 6212 passaggi registrati, 4097 sono stati effettuati da donne. Emerge in questo caso in maniera molto forte come molto spesso è la donna che all’interno delle famiglie si ‘carica’ del disagio famigliare ed ‘esce’ in cerca di aiuto e dei mezzi di sostentamento”.
La crisi continua a “mordere” pesantemente anche fra gli italiani – dice sempre il report – costringendo famiglie che mai avrebbero pensato di rivolgersi alla Caritas a varcarne, invece, la soglia: “Se prima della crisi, pochi erano gli italiani che si rivolgevano a noi se non avevano problemi particolari legati a dipendenze, malattie, o altri problemi particolari legati al disagio sociale, oggi sempre più suonano alle nostre porte persone costrette a farlo dal fallimento della ditta dove lavoravano, dalla successiva perdita della casa. Sono persone che proprio per questo sono in grande difficoltà spesso anche ad accettare questo nuova loro condizione di indigenza. A volte capita di porgere il fazzoletto a chi dice ‘non avrei mai pensato di trovarmi così, non sa quanto è dura non avere 2 euro da dare ai miei figli per comprare un gelato con gli amici, andare a fare la spesa e uscire con il carrello praticamente vuoto, e pensare che avevo il lavoro’“.
I nuovi nuclei familiari che lo scorso anno si sono rivolti alla Caritas sono stati 348, per un totale di 491 persone sostenute. Di queste 118 erano italiane (34%), 206 erano straniere (59,2%); 21 avevano la doppia cittadinanza (6%) e di tre non è stato registrato il dato.
Tra le varie riflessioni fatte dalla Caritas, c’è quella relativa a separazioni e divorzi: “Anche l’instabilità dei rapporti si conferma come elemento di fragilità economica. Separazioni e divorzi contribuiscono a volte pesantemente a determinare situazioni di disagio economico. Ascoltando le donne straniere emerge spesso come il nucleo sia privo della figura maschile senza che si sia proceduto a una definizione legale della situazione. Tale definizione legale, nel caso soprattutto degli italiani, porta a un impoverimento ulteriore anche di chi abbandona il tetto coniugale per il pagamento di alimenti, pagamento più consistente con la presenza di minori”
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