I primi bambini italiani nati da fecondazione assistita eterologa sono due gemelli, un bimbo e una bimba. Lo scrive l’Huffington Post. La sentenza con cui il 9 aprile dello scorso anno la Corte Costituzionale ha smontato un pezzo della legge 40 – quella che vietava l’eterologa appunto – ha consentito nel caso in questione una donazione di ovociti da parte di una donatrice volontaria italiana. Il liquido seminale utilizzato, invece, è quello del marito della neomamma. I bambini sono nati all’Alma Res Fertility di Roma.
I genitori dei due gemelli venivano da quindici anni passati a cercare un figlio che non arrivava. Nel frattempo la mamma, con l’avanzare dell’età (ora ha 47 anni), aveva visto ridursi drasticamente la riserva ovarica. Cosa che infieriva su un quadro clinico già compromesso, visto che la donna soffre di endometriosi.
Pasquale Bilotta, il direttore del centro che ha seguito la coppia, ha spiegato che la tecnica utilizzata è stata una fecondazione assistita eterologa con donazione di ovociti ottenuti a fresco mediante tecnica Icsi. La gravidanza della donna non è stata all’acqua di rose. Uno, a causa di mutazioni genetiche che comportavano un alto rischio trombotico. Due, per l’età e la gemellarità, entrambi fattori di rischio per le gestanti.
La donna ha partorito alla 36esima settimana con taglio cesareo, per un iniziale distacco di placenta. Mamma e bimbi stanno bene.
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