Licenziata mamma separata con tre figli: il giudice ordina il reintegro per “discriminazione”

capo ufficio, colleghi di lavoroIl licenziamento è nullo e la lavoratrice va reintegrata. Una donna di Livorno, Michela Marrucci, 45 anni e madre di tre figli minori, è la protagonista di una sentenza storica del giudice del lavoro del Tribunale di Livorno. Lo scrive Il Tirreno.

La donna, dipendente della cooperativa Otto Marzo che gestiva il bar-ristorante interno alla stazione marittima, alla quale era poi subentrata la società Giesse Ristorazione nel maggio del 2013, era stata lasciata a casa e al suo posto erano state assunte quattro persone part time. Licenziata per “motivazioni tecnico-organizzative” in un’ottica “di ottimizzazione della struttura”, le aveva scritto l’azienda.

Ma il licenziamento, ha sentenziato ora il giudice, è un atto discriminatorio visto che la donna è una madre separata con tre figli a carico e che subiva continue pressioni, tra cui turni inconciliabili con la famiglia e minacce davanti alle richieste di assegni familiari. Michela Marrucci va reintegrata con le mansioni di prima e la società per la quale lavorava deve versarle le retribuzioni passate e i relativi contributi assistenziali. Ma la società ha fatto ricorso e, nell’attesa, ha messo la donna in aspettativa retribuita.

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