asilo nidoOggi, all’interno dell’iniziativa del governo Renzi “La buona scuola”, il Gruppo nazionale Nidi e Infanzia presenterà le firme raccolte a sostegno del disegno di legge 1260 che, se approvato regolamenterà a livello nazionale i servizi da zero a sei anni costruendo un sistema unico e integrato che finirebbe sotto il ministero dell’Istruzione. Una battaglia alla quale anche il gruppo territoriale dell’Emilia-Romagna ha dato il suo contributo.

Lorenzo Campioni, presidente nazionale, sarà oggi a Imola per il seminario “Il sistema integrato 0-6 di fronte alle sfide del cambiamento, tra difficoltà e potenzialità”. E lì ribadirà alcuni concetti ormai assodati, anche se difficili da implementare nella cultura comune: “Ormai non sono più solo i pedagogisti e gli psicologi a sostenere l’importanza di frequentare il servizi educativi nella primissima infanzia. Sono le neuroscienze a confermarlo: Lamberto Maffei, nel libro ‘Elogio della lentezza’, ce lo dimostra. Ecco perché noi rivolgiamo un appello alla politica e alle istituzioni affinché non si perda di vista la qualità dei nidi, luoghi nei quali si cresce, si socializza e si impara. Le primissime esperienza dei bambini gettano le basi per gli apprendimenti futuri. Non a caso le regioni con più nidi sono quelle con i minori tassi di dispersione scolastica”.

Eppure, le resistenze continuano. “In Italia veniamo da una cultura familistica che perdura nonostante il mondo sia cambiato in fretta. In Danimarca il 70% dei bambini va al nido nonostante le misure di sostegno alla maternità. Lì si è capito, evidentemente, che stare in comunità è importantissimo: i bambini imparano anche dai bambini”. Il nido, in fondo, non toglie importanza alla famiglia: “I due momenti, quello in casa con i genitori e quello al nido, contribuiscono insieme a potenziare lo sviluppo del bambino”.

Ecco, allora, che “investire sui nidi è come investire sul futuro”. E le formule più varie, che vanno dal part-time all’educatore domiciliare, non fanno altro che arricchire il panorama: “Credo che i servizi oggi non siamo più rigidi come un tempo (cosa che segnalava l’assessore regionale al Welfare Elisabetta Gualmini, ndr). Certo, si può sempre migliorare. Ma l’offerta è varia: l’Emilia-Romagna, in questo, è maestra. I dati Istat ci dicono che è la regione con il maggior numero di servizi”.