Sara e i figli di serie B: “I miei genitori costretti a sposarsi prima che mio padre morisse”

matrimoni in calo

Tuo padre muore e tu, che sei sua figlia, non hai nessun diritto. Nemmeno tua madre, no. A meno che non i tuoi non si sposino, magari poche ore prima che tuo padre perda coscienza. Sara Castelli ha 23 anni, è di Ravenna e un mese esatto fa ha perso il papà per un tumore alla prostata che gli aveva causato metastasi prima a livello osseo, poi cerebrale. Sulla sua pagina Facebook ha pubblicato una foto a dir poco commovente: le mani dei suoi genitori con la fede lucida, su un letto di ospedale. “Mamma e papà convivevano da una vita – ci racconta – ma non si erano mai sposati. Quando abbiamo capito che papà non ce l’avrebbe fatta, dopo l’ultimo ricovero, non c’è stata alternativa. Un assessore è venuto in fretta e furia in reparto e ha celebrato il rito civile. Io e mia madre, altrimenti, ci saremmo trovate in una situazione tragica”.

Ebbene sì. Perché Sara, che ancora non lavora, non ha reddito. E sua madre, che ha un lavoretto part time, porta a casa 550 euro al mese: “Senza matrimonio, non ce l’avremmo fatta. La pensione di reversibilità non sarebbe spettata né a me, né a mia madre, a meno che io non avessi frequentato l’Università, che però ho concluso da poco. Per qualche tempo, addirittura, avevo preso in considerazione di iscrivermi alla laurea specialistica. Ma è pazzesco come una persona, in questo Paese, per fare valere i propri diritti sia costretta a fare cose che non vuole”.

Sara è arrabbiata, arrabbiatissima. Oltre a dover superare il dolore per il lutto appena subito, si è sentita da subito schiacciare dal peso della burocrazia: “Per avere accesso al conto corrente di mio padre e prelevare qualche migliaia di euro, sono dovuta andare in banca due giorni prima della sua morte con la delega. Altrimenti, avrei dovuto aspettare la successione, che arriverà a marzo”. Non solo: “Mio padre, prima della pensione, era dipendente Enel. Gli sarebbero spettati a vita degli sconti sulle bollette. Ma a me non spettano, come mi hanno spiegato quando sono andata a reclamarli. Ho dovuto intestare a mia madre le bollette anche se, nella casa che mio padre mi ha lasciato in eredità, viviamo io e il mio compagno”.

Sara inizierà un tirocinio oggi. Sua madre, che vive in un alloggio popolare, vedrà aumentarsi presto l’affitto, visto che la pensione di reversibilità del marito le farà reddito. L’hanno scampata per un pelo: “Non solo ho perso mio padre. Mi sono dovuta muovere e arrabattare come se non fossi nessuno davanti alla legge. L’ho vissuta come una grave ingiustizia, come una privazione della libertà”.

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