L’inserimento all’asilo farebbe diventare bamboccioni. E a casa come li trattate?

E’ tutto un pullulare di articoli sul fatto che l’inserimento all’asilo farebbe diventare bamboccioni i bambini. E questo perché, a discrezione di ogni istituto, per le prime settimane è davvero una cosa graduale: spesso viene chiesto di intrattenersi un’ora, poi due, poi tre, fino a fare in modo che il bambino resti da solo quando è pronto.

E va bene, ammettiamolo: certi asili la tirano un po’ per le lunghe. Mio figlio, quest’anno, tre anni (e mai fatto il nido) ha fatto questo benedetto inserimento. Ce la siamo cavata in due settimane scarse. La prima un po’ più rigida (due ore per tutta la settimana), la seconda abbiamo aumentato fino a lasciarlo tutta la mattina.

Io dico che tutto questo puntare il dito contro gli inserimenti che tengono in ostaggio i genitori sia anche un po’ un’esagerazione. Perché vorrei vedere se alla fine sia proprio vero che i bambini diventano bamboccioni solo per due settimane di vai e vieni, o piuttosto per giubbotti e sciarpe tirati su fino al naso con 15 gradi fuori.

mamma e bambino all'asiloInsomma, sì  e vero, a settembre siamo tutti un po’ ostaggio dell’inserimento all’asilo. E ci sta pure che molti  bambini facciano fatica a staccarsi dalla mamma costretta a continui via vai e a prendersi pure le ferie dal lavoro. Ma non raccontatemi nemmeno la favola del ‘calcio nel sedere’ (metaforico ovviamente): io lo porto lì, lo lascio dal primo giorno e se piange chissenefrega. Perché nemmeno questo eroismo è sano e credibile. 

Con la dovuta pazienza i bambini si abituano a tutto. E tutte queste proteste puzzano un po’ di voler la pappa pronta subito, di mancanza di voglia di sacrificio.

Mi piacerebbe vederli, i genitori che farebbero a meno dell’inserimento, nella loro vita quotidiana con i figli per essere davvero sicuri che a farli diventare bamboccioni non sarà poi ben altro. 

In questo articolo c'è 1 commento

Commenti:

Commenta

g