castello insieme per l'autismoIl problema di supplire alle carenze dei servizi pubblici è serio. Ed ora il classico associazionismo dei genitori non si esprime solo su scala provinciale. Anche nelle piccole realtà i genitori dei bambini con autismo cominciano ad aggregarsi, elaborare progetti e realizzarli. Succede a Castel San Pietro, dove all’inizio dell’anno si è costituita, per volere di Francesca Marchetti, l’associazione Castello Insieme per l’Autismo. Ne fanno parte, al momento, quattro famiglie: due (compresa quella di Francesca) di Castello, una di Ozzano e una di Medicina. E le idee in cantiere sono già molte.
Francesca, che cosa l’ha spinta a fondare l’associazione?
“Ho un figlio autistico di nove anni, Riccardo. La mia esperienza insegna che nessuno, in questi casi, ti fa da bussola. Mancano molte informazioni, i servizi si limitano a fare quello che le risorse consentono senza dare ulteriori indicazioni che, invece, per un bambino come il mio possono servire a migliorare molti aspetti. Io, nei primi anni, mi fidavo e lo portavo alle due ore di terapie consigliate dalla sanità pubblica. Poi, poco a poco, le abbiamo moltiplicate: ovviamente nel privato”.
L’esborso economico mensile è alto per una famiglia come la vostra?
“Moltissimo, facciamo grandissimi sacrifici per garantire a Riccardo il meglio. Noi da sei anni seguiamo una consulente americana, Denise Smith Brunetti, che ovviamente paghiamo di tasca nostra. Senza contare la logopedia e l’educatore domiciliare: ora non ne ho più bisogno perché mio figlio va alle elementari ma quando era alla materna, ogni pomeriggio ne usufruivamo”.
L’associazione come interviene in questi vuoti?
“Con progetti che cerchiamo di finanziare attraverso raccolte fondi e iniziative di solidarietà. Il primo è appena cominciato e si svolge in collaborazione con il Golf Club: per i mesi di aprile e maggio un bambino con autismo prende lezioni insieme ad un compagno normodotato grazie ad un istruttore. Un metodo importante per due motivi: prima di tutto il bambino con autismo si abitua a stare con un adulto che non è la mamma, in secondo luogo si rinsalda un rapporto tra compagni che torna utile anche nel contesto della scuola”.
La scuola, a proposito, è preparata ad affrontare il problema dell’autismo?
“No, affatto. Ecco perché abbiamo organizzato e concluso un corso di formazione al quale hanno aderito 65 persone. L’ultima iniziativa che abbiamo avviato per raccogliere soldi è stata in collaborazione con la casa vinicola Cesari di Castel San Pietro: sulle bottiglie di spumante è stata messa l’etichetta della nostra associazione. Nel privato troviamo una sensibilità che non mi sarei aspettata. Il 9 maggio, sempre all’interno del Golf Club ‘Le Fonti’, ci sarà una sorta di mini-maratona per sensibilizzare ulteriormente le persone”.

Francesca Marchetti, presidente di Castello Insieme per l'Autismo, con il vino di Cesari che  sostiene i progetti dell'associazione
Francesca Marchetti, presidente di Castello Insieme per l’Autismo, con il vino di Cesari che sostiene i progetti dell’associazione

Che cosa manca di più a voi genitori?
“Un sostegno nel momento della diagnosi ma anche una maggiore trasparenza rispetto alle diverse opzioni che abbiamo davanti: il pubblico dovrebbe avere la franchezza di ammettere il proprio limite e suggerire alle famiglie altri percorsi. Invece si pone ai nostri occhi come la migliore delle soluzioni possibili. E noi ci sentiamo presi in giro”.