Omeosinergia: quando pensieri ed emozioni influenzano la nostra salute. I vantaggi anche nel parto

“Sono così innamorata della medicina omeosinergetica perché mi ha cambiato la vita”. Maria Pia Pandolfo, medico chirurgo specializzato in ginecologia e ostetricia ed esperta di medicina omeosinergetica e di parto naturale, terrà un incontro martedì 18 febbraio alle 20.30 al Biostudio Jonas di Faenza (Via Cittadini, 1) dal titolo “Guardarsi allo specchio. Un aiuto dalla medicina omeosinergetica”.

Dottoressa, che cos’è la medicina omeosinergetica?
“E’ la medicina della consapevolezza, che nasce dalla necessità di molti medici di darsi e di dare delle risposte differenti riguardo alla malattia. E’ un metodo che parte dal presupposto che non basta annullare un sintomo per guarire, ma bisogna tener conto dell’influenza che i pensieri e le emozioni hanno sulla nostra salute. La malattia è in questo senso l’estrinsecazione di un disagio dell’animo, che si manifesta attraverso la somatizzazione delle emozioni. Se ci si fossilizza sul sintomo, anche curandolo, il malessere si ripresenterà sotto altra forma, ma se invece si interviene sui blocchi emozionali, sciogliendoli, il corpo guarirà, perché si sarà ricondotta la persona sul percorso intrapreso dalla sua anima”.
Con quali strumenti si interviene?
“Lo strumento diagnostico utilizzato per indagare il disagio emotivo che dà origine alla malattia è il test kinesiologico. Questo test si basa sul principio che tutti noi, quando siamo in contatto con qualcosa di positivo, che corrisponde alla nostra ‘verità’, aumentiamo involontariamente la forza muscolare. Al contrario, quando entriamo in contatto con qualcosa di negativo, la forza muscolare diminuisce in maniera altrettanto involontaria”.
E dopo aver individuato un blocco come si procede?
“Dopo aver centrato il blocco, lo si cura con complessi omeopatici creati appositamente e mediante la verbalizzazione dei propri stati d’animo. Esprimersi serve al paziente per diventare consapevole.  Scrivere, disegnare, utilizzare immagini sono tutti modi validi per far affiorare il proprio disagio e per poterlo affrontare. E’ il paziente che in maniera irrazionale, affidandosi alla forza del subconscio, sceglie la propria cura”.
Su quali malattie si può intervenire?
“Si può agire su qualsiasi malattia. Essa rappresenta già di per sé una forma di guarigione, perché è l’anima che ci sta parlando del suo disagio. In questo senso è stato coniato un nuovo termine, Ben- attia, da contrapporre a quello di mal- attia”.
Di cosa parlerà nell’incontro di martedì prossimo?
“L’incontro del 18 febbraio sarà il secondo di cinque incontri che fanno parte di un percorso dedicato proprio alla medicina omeosinergetica. In questo incontro si porrà l’accento su quanto sia importante confrontarci con gli altri per imparare qualcosa in più su di noi. Riflettersi in chi abbiamo davanti vuol dire conoscersi attraverso questo confronto, significa arrivare al benessere, usando l’altro come terapia.  Attraverso la ‘legge dello specchio’ si possono risolvere anche i problemi di coppia. Se si esce dal giudizio e si smette di puntare il dito sull’altro, scopriamo chi siamo davvero, mettiamo in luce la nostra parte oscura, riuscendo talora anche a sciogliere il contrasto con le persone con cui siamo entrati in dinamica”.
Essendo una ginecologa e un’ostetrica, utilizza la medicina omeosinergetica anche in gravidanza?
“E’ fondamentale per ogni donna incinta venire in contatto con il proprio vissuto emozionale, conoscere e sciogliere le proprie paure, per prepararsi ad accogliere il proprio bambino. Inoltre tutte le patologie femminili, dalle più banali, come la vaginite, alle più complesse, come l’endometriosi, possono trarre vantaggio da un approccio omeosinergetico, che affronta il vissuto emozionale per risalire alla vera causa della malattia”.
E quale benessere ne trarrà il bambino?
“Nascere in acqua, in un ambiente tranquillo, magari con la tecnica del Lotus Birth (il neonato rimane attaccato alla placenta fino a quando il cordone, asciugandosi, si stacca spontaneamente) sono elementi che rendono il passaggio dal ventre alla terra più fluido e meno traumatico, soprattutto se la mamma in precedenza ha guardato e accettato le proprie paure. Molti genitori mi riferiscono che i bambini, nati con questo tipo di approccio, quando crescono hanno un migliore equilibrio psico-motorio, vanno meglio a scuola e sono più creativi magari anche dei fratelli che, pur avendo gli stessi geni, appaiono più insicuri. Io non credo che siano più intelligenti, ma solo più liberi a livello mentale ed emotivo e quando si è liberi è più facile creare e vivere meglio”.

La dottoressa Maria Pia Pandolfo, residente a Palermo, svolge la sua attività professionale anche a Roma, Ferrara, Faenza, Riccione e Basilicagoiano (Pr).
E’ autrice di un libro sulla nascita naturale che si intitola “ Partorire scegliendo: dieci storie sul filo dell’amore”. Edizioni Unoeditori

Per info:  mariapia.pandolfo@tin,it     338 9548868

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