Chiude la maternità di Porretta. E’ rivolta

L’annuncio a sorpresa ha lasciato di stucco tutta la comunità montana bolognese: l’Ausl di Bologna da venerdì chiude il reparto di maternità dell’ospedale di Porretta Terme. Un San Valentino amaro per l’Appennino che perde dunque uno dei servizi più importanti. Inutile girarci attorno, le motivazioni sono, banalmente, le stesse per le quali ai tempi della globalizzazione ogni piccola attività viene ‘mangiata’ da una più grande. Come avviene in questi casi, si prova a dipingere la realtà attraverso termini come “razionalizzazione” o “efficienza” che fanno tanto la gioia dei manager, pubblici o privati che siano, ma che fanno infuriare ancora di più i cittadini. Brutale anche il modo con cui la novità è stata comunicata: una lettera arrivata ieri mattina ai sindacati. Due giorni di tempo e si sgombera. Veni, vidi, vici, come avrebbe detto Giulio Cesare. Non a caso i sindacati parlano di “blitz manu militari“.

L’Ausl fa sapere che d’ora in poi le donne in gravidanza residenti nel distretto di Porretta Terme potranno scegliere il punto nascita nel quale partorire “tra i tre presenti nel territorio metropolitano, ospedale Maggiore, ospedale S.Orsola-Malpighi, ospedale di Bentivoglio” e che potranno alloggiare gratuitamente nei pressi del punto nascita del Maggiore.

Inoltre continuerà ad essere attivo il percorso nascita, ad opera delle ostetriche, nei consultori di Castiglione dei Pepoli, Porretta Terme, Vado, Vergato. I ginecologi dell’ospedale di Porretta Terme, appartenenti alla stessa equipe della maternità del Maggiore, “continueranno a garantire l’assistenza alle donne in gravidanza prima e dopo il parto, attivando, in caso di sospetta o già accertata gravidanza a rischio, tutte le consulenze e le prestazioni diagnostiche necessarie”.

La misura adottata dall’Ausl ha provocato la sollevazione di tutte quante le forze sindacali e di tutte le opposizioni (si parla di “scelta inaccettabile”, di “metodi da caserma” e di “egemonia della tecno-burocrazia“) ma ben difficilmente si tornerà indietro. Alla faccia della concertazione. L’unica direzione che adesso potrà essere presa è quella di Bologna: 70 chilometri circa da Porretta Terme. A meno che i futuri genitori non vogliano scegliere l’ospedale di Pistoia che dista circa la metà.

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