C’è la crisi? Le famiglie di Forlì vogliono più tempo per i propri bambini

I genitori di Forlì sono preoccupati per la conciliazione tra famiglia e lavoro, vorrebbero più luoghi e più occasioni per stare con i propri figli e la dimensione economica, sebbene faccia da sfondo alle loro esigenze, non occupa i primi posti. Sono alcuni dei risultati emersi da una ricerca che il Centro per le Famiglie ha condotto per tutto il 2013 insieme al Coordinamento pedagogico del Comune: l’indagine, dal titolo “Analisi dei bisogni delle famiglie forlivesi” verrà presentata domani alle 11 alla Fiera di Forlì nell’ambito della manifestazione Happy Family alla quale parteciperemo anche noi di Romagna Mamma con un nostro stand. Nadia Bertozzi, coordinatrice del Centro per le Famiglie, è rimasta piacevolmente sorpresa da alcuni degli aspetti che i questionari e i focus group hanno mostrato.
Quante famiglie siete riusciti a coinvolgere?
“Abbiamo distribuito 2.400 questionari coprendo tutto il territorio del comune con una distribuzione in nidi, scuole dell’infanzia e scuole primarie, sia pubblici che privati. Ne sono tornati indietro 1.006. Con ottanta genitori, poi, abbiamo fatto dei focus group per approfondire i dati più rilevanti. In particolare, abbiamo analizzato le famiglie in quattro categorie: genitori di bambini in età 0-6 anni, in età 6-11 anni, padri e stranieri. Volevamo uno spaccato più dettagliato della situazione”.
Ci sono delle tendenze generali? I genitori chiedono bene o male le stesse cose?
“Sì. Il problema dell’armonizzazione tra i tempi di vita e di lavoro, per esempio, è preponderante. I genitori continuano a sottolineare come questo Paese non sia attento alla conciliazione: si chiede loro di fare più figli ma non si studiano situazioni che li agevolino. Altro dato: ci ha stupiti il fatto che le preoccupazioni economiche non siano al primo posto. Prioritario, invece, è il bisogno di disporre di momenti di lettura con i propri figli e più in generale di fare attività con i propri bambini”.
Un bisogno nuovo, in un certo senso?
“Probabilmente l’investimento che abbiamo fatto su questo versante ci ha premiati: i genitori riconoscono il tempo passato con i figli a fare cose interessanti come fondamentale. Così come ritengono importante uscire dalla solitudine per condividere attività e tempo con altre famiglie. Gli alti numeri di frequenza del Gomitolo, del Gomitolino e di Universo Mamma ci fanno capire che non si tratta di servizi soft ma di occasioni necessarie, soprattutto per chi non riesce o non può accedere ai servizi tradizionali”.
La crisi, i problemi legati al lavoro hanno avvicinato i genitori ai figli?
“In un certo senso sì, ci si è accorti che contano anche altre cose. Abbiamo verificato che i genitori hanno più voglia di mettere a disposizione della comunità il proprio tempo, magari a scuola o a servizio della Banca del Tempo: un bel segnale che fa il paio con il bisogno di dare regole ai figli, di gestire la loro rabbia, la gelosia tra fratelli. Senza contare il tema del lutto, quello delle malattie. E dei capricci. Tutti aspetti che i genitori ci hanno indicato a chiare lettere”.
Come trasformerete i dati della ricerca in fatti?
“Serviranno per proporre attività alle istituzioni ma anche per impostare il nostro programma semestrale ‘SOS Genitori’. Ci interessa ottimizzare le risorse, indirizzandole verso esigenze davvero sentite”.

Alla presentazione di domani parteciperanno anche G. Tronconi (assessore alle Politiche educative e formative – Forlì), D. Drei (assessore al Welfare Comune di Forlì) e T. Marzocchi (assessora regionale Politiche Sociali
Centro per le Famiglie Comune di Forlì). Sarà presente anche il Coordinamento Pedagogico del Comune di Forlì.

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