“Nascere, crescere, essere genitori da soli e con aiuti” è il titolo dei seminari (gratuiti e ad accesso libero) organizzati dal Consultorio familiare dell’Ausl di Imola nella giornate del 17, 24 e 31 gennaio su temi quali la genitorialità, la famiglia, la maternità e paternità interiore e l’accoglienza dei bisogni emotivi della coppia in attesa.
Un programma molto denso che nella prima giornata di venerdì 17 gennaio (Madri e padri: quali famiglie oggi), presso l’Aula Magna dell’Istituto Alberghetti (Via Pio IX, 3), vede coinvolti molti ragazzi delle scuole superiori di Imola che esporranno un lavoro effettuato durante le ore scolastiche e dialogheranno con lo scrittore romagnolo Cristiano Cavina. La mattinata prevede poi incursioni teatrali e interventi di carattere storico, sociologico e psicologico.
Il 24 gennaio, dalle 9 alle 13, il seminario avrà invece un taglio maggiormente tecnico ed ospiterà, alla Sala Mariele Ventre di Palazzo Monsignani (Via Emilia, 69) prestigiosi professionisti in campo psichiatrico e psicologico per “Pensare in gruppo la maternità e la paternità interiore”.
Infine il 31 gennaio, l’intera giornata, dalle 9 alle 18, sarà invece dedicata ai servizi e alle associazioni che si occupano di maternità e che insieme riflettono sull’accoglienza dei bisogni emotivi della coppia genitoriale in attesa e nei primi mesi del bambino (ancora alla Sala Mariele Ventre).
Un progetto rivolto a professionisti ma anche alla cittadinanza maturato all’interno del Consultorio familiare dell’Ausl di Imola, servizio consapevole della necessità di promuovere ulteriori spazi di confronto tra tutte le risorse della società (istituzioni, servizi, operatori e cittadini stessi) sui temi della famiglia e della genitorialità.
“Esiste certamente l’urgenza di valorizzare e proteggere una cultura che consideri la nascita e la genitorialità un evento umano complesso, affettivo, familiare e sociale ancor prima che sanitario – spiega la dottoressa Maria Grazia Saccotelli, responsabile del Consultorio familiare dell’Ausl di Imola – Oggi assistiamo ad un desiderio di maternità che rimane inespresso, a cui sembra corrispondere “una fatica riproduttiva” che si manifesta nel fare meno figli e più tardi. La donna, ma sempre di più anche l’uomo, devono rispondere all’esigenza di concentrarsi sui propri obiettivi, sperimentando a volte una scissione tra il ruolo esercitato al di fuori dalla famiglia e quello che dovrebbero esercitare come genitori. Nell’attenzione alla qualità delle cure offerte alla gestante, alla puerpera e alla coppia genitoriale non può mancare la dimensione relazionale, per dare spazio all’ascolto e alla comprensione degli aspetti emotivi e dei vissuti psichici: solo così si sviluppa un’autentica relazione di cura, come riconoscimento e rispetto della realtà della persona, commisurando il servizio ai suoi bisogni di salute”.