I primi rapporti a 14 anni, poco protetti e senza paura delle malattie. Fotografia del sesso tra i giovani riminesi

Sesso poco sicuro e scarsa conoscenza delle malattie che ne possono derivare. Soprattutto, pochissima paura di averne.

E’ il risultato di uno studio realizzato a Rimini tra i giovani delle scuole medie, nell’ambito dei progetti di prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, condotto dall’Unità operativa di Dermatologia dell’Ausl di Rimini diretta dal dottor Stefano Catrani, in collaborazione con il Leo Club Valle (l’associazione giovanile dei Lions) “Valle del Conca”, i cui dati sono stati elaborati da Paidòss (Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza). Alla cerimonia ha partecipato personalmente il dottor Catrani che ha ritirato il prestigioso riconoscimento (si allegano a tal propositodue fotografie scattate a Roma).

Il progetto è stato tra i premiati a Roma in Senato nel corso della “Terza celebrazione italiana della giornata mondiale delle Epatiti”, una delle quattro celebrazioni ufficiali malattia-specifiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I DATI. Un giovane su cinque (il 19 per cento) ha riferito di aver iniziato la propria attività sessuale a ridosso dei 14 anni d’età anche con rapporti completi (8 per cento fra i maschi contro poco meno del 6 per cento fra le ragazze). D’altra parte i giovani paiono avere scarsa informazione in tema, in particolare per quanto attiene ai rischi correlati: solo il 28.3 per cento delle ragazze e il 38.8 per cento dei maschi fa sempre uso del preservativo; il 73 per cento dei ragazzi non conosce nemmeno 5 fra le principali malattie a trasmissione sessuale, il 33 per cento pensa che la loro incidenza sia trascurabili e il 57 per cento non sa stimare il tasso di hiv. In ambito di prevenzione, l’88 per cento ha scarse informazioni sulle strutture sociali e sanitarie (ad esempio i consultori) presenti sul proprio territorio di residenza; poco più della metà (56 per cento) si sottoporrebbe ad una visita, e infatti solo il 23 per cento delle ragazze e il 46 per cento dei ragazzi ha effettuato un controllo entro i 18 anni d’età.

IL PROGETTO educativo è articolato attraverso incontri annuali con i ragazzi delle scuole medie della provincia di Rimini; ogni incontro è stato caratterizzato da tre interventi: etico, psicologico e sanitario per offrire una panoramica a 360 gradi di quello che è il mondo che li circonda, non privo di rischi, derivanti da un primo rapporto sessuale in età sempre più precoce e da una scarsa informazione scolastica e familiare.

Fra i giovani esiste la conoscenza del pericolo, ma è molto bassa la percezione del rischio reale: infatti una percentuale quasi nulla pensa che possa essere a rischio di infezione o che dovrebbe fare dei controlli. Molto si è cercato di fare per aumentare la consapevolezza del rischio. Negli incontri si è quindi cercato non solo di informare i ragazzi, ma soprattutto di formare in loro una consapevolezza del problema. Durante gli incontri che hanno coinvolto, dal 2009 al 2013, 1.400 ragazzi tra i 12 e i 18 anni, sono stati raccolti dei questionari “anonimi” , per cercare di verificare il loro livello di conoscenza rispetto a questo tipo di patologie e i loro comportamenti in merito.

Tra i giovani sentiti, più d’uno ha già conosciuto infezioni virali: più precisamente il 3 per cento fra i maschi e quasi il 5 per cento fra le femmine. In tema di tutela i più attenti sono i maschi che effettuano controlli nel 47.3 per cento dei casi contro il 28.6 per cento delle ragazze. I giovani sono comunque concordi nel ritenere che la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili sia un impegno della “coppia” (67.4 per cento dei maschi e il 63.4 per cento delle femmine) e non solo della donna.

 

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