Se ne parla poco, forse perché imbarazza. Si inizia pensando di aver capito male, o che chi ti ha preso di mira vuol “soltanto scherzare”. Si fugge, si rifugge dal problema chiedendosi se in qualche modo siamo state noi a rendere possibile la cosa, talvolta ci si confida con un’ amica.
Il Codice delle Pari Opportunità le definisce come le molestie come “quei comportamenti indesiderati, posti in essere per ragioni connesse al sesso, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”; se hanno connotazioni sessuale, sono definite molestie sessuali.
Le molestie possono dunque essere parole, gesti e atti e possono assumere diverse forme: insinuazione e commenti equivoci sull’aspetto esteriore dei colleghi e collaboratori, osservazioni e barzellette che riguardano le caratteristiche il comportamento e l’orientamento sessuale di donne e uomini, presentazione, affissione di materiale pornografico nei luoghi di lavoro, contatti fisici indesiderati.
Di fronte alle molestie:
Non bisogna cercare di nascondere o minimizzare il fatto;
Non bisogna pensare di essere responsabile di quanto accade;
Non bisogna cedere al timore di non essere creduto/a;
Non bisogna affrontare in solitudine le molestie, bensì coinvolgere se possibile
colleghi di lavoro, le organizzazioni sindacali, la Consigliera di Parità.
E’ stato lanciato, sul sito della Consigliera di Parità regionale (http://www.regione.emilia-romagna.it/consigliere-di-parita), un’indagine on line sul tema delle molestie.
Perdere 5 minuti per rispondere alle domande o per raccontare la propria esperienza permetterà di promuovere azioni di sensibilizzazione e di contrasto a questo fenomeno che appare in aumento.
Allora, perché non compilarlo?
A cura di Rosa Maria Amorevole, Consigliera di Parità Regione Emilia Romagna
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta