Sulle possibili cause, anche i medici allargano le braccia. Fatto sta che il diabete infantile sta aumentando sempre più. Tosca Suprani è responsabile dell’ambulatorio di diabetologia pediatrica interna al reparto di Pediatria dell’ospedale di Cesena. E in parallelo segue anche i bambini con diabete all’ospedale di Ravenna, insieme ad Arianna Cirillo. Al momento sono 50 a Cesena e 90 a Ravenna i minori di 18 anni seguiti. Ma a fare allarmare è un altro dato: mentre fino a qualche anno fa venivano registrati tre o quattro esordi all’anno, negli ultimi due anni, nella sola Ravenna e nella sola fascia 0-14 anni, si è verificato un nuovo esordio della malattia al mese. Il dato 2013 è in linea, purtroppo, con questo trend: “Alla data di oggi, partendo da gennaio – spiega la specializzanda Vanna Graziani – a Ravenna abbiamo già registrato dieci nuovi casi”.

Di fronte al grande interrogativo sui motivi di una tendenza che è tanto locale quanto nazionale, le equipe dei due ospedali non stanno certo con le mani in mano: “Il lavoro di gruppo è vitale – precisa Tosca Suprani – perché di fronte alla sofferenza del bambino e della sua famiglia, il fatto che medici, dietisti, infermieri e psicologi operino in modo integrato funge da punto di riferimento. Noi siamo come dei familiari, entriamo nella vita delle famiglie, le accompagniamo in un percorso che dura tutta la vita. Il bambino diabetico va seguito a scuola, quando fa sport. Il nostro lavoro non si riduce certo ad una visita ogni tanto”.

Importante anche il ruolo della Pediatria di Comunità, che praticamente funge da collegamento tra ospedale e territorio ed è fondamentale per gli inserimenti scolastici e in generale per la gestione di tutte le patologie croniche, tra cui il diabete, sul territorio. Se ne occupano Rita Ghinassi a Ravenna e Anna Faetani a Cesena.

Questione delicata, il diabete, anche perché esordisce in bambini sempre più piccoli: “Ci siamo accorti che arriva sempre prima – continua Suprani – ma il problema è che la diagnosi viene fatta quando si manifesta, non è possibile prevenirlo. Quest’anno il bambino più piccolo al quale abbiamo diagnosticato il diabete mellito di tipo uno, quello insulinodipendente, aveva nove mesi. Altri solo due anni e mezzo. Pungere bambini così piccoli non è facile. Per questo cerchiamo in tutti i modi di alleviare il dolore fisico, il rischio è che si traumatizzino”.

Dal 2006, sia a Cesena che a Ravenna è stata avviata la terapia con microinfusore, in modo da non dover forare il bambino in corrispondenza di ogni pasto. In totale la seguono circa cinquanta bambini. Non solo: ogni anno si organizzano campi estivi educativi e terapeutici dove i bambini diabetici partono per un villaggio vacanze insieme agli operatori sanitari, seguiti costantemente: “Serve per migliorare loro la vita, per fare capire loro che non sono soli, per insegnar loro ad autogestirsi, ad avere maggiore autostima”.

La parte psicologica, del resto, è fondamentale. E a questo pensano anche l’Associazione Diabetici Ravennate e, al suo interno, l’Associazione dei genitori con bambini diabetici. Il 10 novembre, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che serve a sensibilizzare l’opinione pubblica sui sintomi della malattia, verranno organizzate una passeggiata tra i monumenti e una merenda ai Giardini Pubblici. Ci sarà anche Lenny, una mascotte che i bambini hanno già conosciuto al campo estivo: “Lenny è un leone che abbiamo utilizzato per consentire ai bambini diabetici di tirar fuori le loro paure e i loro ricordi sull’esordio del diabete – racconta Vanna Graziani -. Un metodo ludico-terapuetico che ci ha permesso di appurare come il modo in cui il diabete viene comunicato resta nelle loro teste. Ci vuole tanta sensibilità, soprattutto all’esordio: il bambino te lo giochi lì, se lo spaventi non avrai più modo di recuperare”.