Nidi: calano le richieste ma restano le liste d’attesa. I Comuni studiano soluzioni per abbattere le rette

Le richieste delle famiglie per un posto al nido sono in calo: la crisi si sente anche qui, in un bisogno che negli anni è cresciuto a causa delle difficoltà di conciliazione tra vita familiare e lavorativa. Ma che essendo a pagamento anche nelle strutture comunali, ha subito con le difficoltà economiche una battuta d’arresto. Nel solo Comune di Ravenna le richieste di iscrizione ai nidi sono passate da 772 a 676 nel giro di un anno.

Eppure le liste d’attesa restano. E pure folte. Nel Comune di Rimini, assegnati i posti, restano ad aspettare una chiamata che forse non arriverà mai 288 bambini. Meno critica la fascia dei lattanti (0-3 mesi): non hanno avuto l’assegnazione 71 famiglie. I medi o semidivezzi (12-24 mesi) sono la categoria più colpita dalla mancanza di posti per tutti: i nomi esclusi sono 115. Poco meno per i grandi, quelli che frequentano l’ultimo anno: (24-36 mesi): aspettano 102 bambini. A Ravenna attendono in tutto 178 bambini.

E torna il problema dei costi a carico dei genitori, che paiono sempre più morosi. Mentre Ravenna ragiona su come attualizzare meglio la situazione Isee e Ise delle famiglie affinché eventuali cambiamenti nelle condizioni economiche (soprattutto licenziamenti, cassa integrazione ecc) modifichino anche le rette – in maniera immediata – il Comune di Cesena già l’anno scorso si era mosso in questa direzione. In quel caso era stato creato un nuovo meccanismo per consentire una maggiore personalizzazione delle rette in armonia con le condizioni reali delle famiglie.
 La nuova formula prevede sempre il ricorso agli scaglioni di reddito, ma si introducono specifici moltiplicatori per ogni fascia, in modo che la differenza di contribuzione delle famiglie sia progressiva e proporzionata alle loro condizioni di reddito.

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Commenti:

  1. L’asilo comunale era per tutti ora è solo degli extra comunitari…che non lavorano e gli danno tutto! i loro bimbi possono rimanere a casa proprio perché non lavorano i genitori, e i genitori che lavorano e pagano le tasse in maniera regolare devono spendere per i proprio bambini un sacco di soldi e poi non è detto che li prendano….ma è giusto!????

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