In ogni caso è una notizia da prendere con le molle. Di ragioni biologiche per cercare una gravidanza ben prima dei 35 anni ce ne sono eccome. E ce lo ha spiegato di recente anche il primario di Ostetricia e Ginecologia a Forlì. Però ci si sofferma sempre sul corpo, forse meno sulla psiche. A ribaltare la prospettiva è la psicologa Jean Twenge, che ha studiato la percentuale di donne che sono riuscite a centrare l’obiettivo della gravidanza dopo i 35 anni, l’età considerata da più parti come quella limite. La studiosa cita una ricerca americana pubblicato il mese scorso che mostra come l’80% delle donne di età compresa tra i 38 e i 39 anni sia rimasta incinta in maniera naturale entro sei mesi dal primo tentativo.

Si porta ad esempio un secondo studio, questa volta effettuato in Danimarca, che ha concluso come il 78% delle donne di età compresa tra i 35 e i 40 anni siano rimaste incinte entro 12 mesi dal primo tentativo di concepimento.
Secondo Twenge la ragione è presto detta: la famiglia e la società stressano le donne intorno alla questione dell’orologio biologico destinato a rallentare e fermarsi, inducendole a pensare di non avere più tempo per diventare mamme. Che i fallimenti nel concepimento abbiano ragioni anche psicologiche, del resto, lo si sapeva già. Ora, però, vengono in messe in correlazione alle teorie sulle scarse probabilità di avere un figlio dopo i 35 anni.
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