Via libera dell’Agenzia italiana del farmaco al vaccino contro la meningite da meningococco B, messo a punto in Italia dai ricercatori del Centro Novartis Vaccines a Siena, guidati da Rino Rappuoli, responsabile mondiale della ricerca di Novartis Vaccines and Diagnostics. E’ previsto che sia disponibile in commercio entro la fine dell’anno.
La meningite meningococcica di tipo B è la principale causa di meningite in Europa e in Italia: i vaccini messi a disposizione fino ad ora erano in grado di proteggere contro i ceppi A, C, Y e W135, come spiega lo stesso Rappuoli, ma finora non era disponibile un vaccino contro il meningococco B. Nel 2011 è stato responsabile del 64% dei casi totali di meningite, e del 77% dei casi nei bambini sotto l’anno di età.
“Questo nuovo vaccino – spiega Rappuoli – permetterà non solo di salvare molte vite umane, ma anche di cambiare le prospettive della lotta contro la meningite nel mondo. Adesso il nostro ruolo passa in secondo piano e il compito più importante lo avranno i governi e le istituzioni, che hanno l’obiettivo di tutelare la salute pubblica con efficaci programmi di immunizzazione”.
Quella meningococcica di tipo B è una forma di meningite molto aggressiva, colpisce infatti senza sintomi di preavviso e può portare al decesso entro 24-48 ore. Ha una mortalità del 9-12% e senza una adeguata cura antibiotica può arrivare anche al 50%. Secondo gli esperti una persona su dieci tra coloro che contraggono la malattia è destinata a morire, una su cinque tra chi sopravvive resta vittima di forti disabilità permanenti.
“Credo non ci sia esperienza peggiore per un pediatra di vedere un bambino con una meningite o una sepsi – afferma Chiara Azzari, Direttore della Clinica Pediatrica II del Dipartimento di Pediatria Internistica, all’Università degli Studi di Firenze e Azienda Ospedaliero-Universitaria “A. Meyer” di Firenze – ogni medico sa che dovrà affrontare situazioni drammatiche, ma la morte di un bambino è qualcosa a cui non ci si arrende mai. Le classi d’età a maggior rischio sono due: la fascia 0-12 mesi e gli adolescenti tra 12 e 18 anni. La maggior incidenza è tra i 4 e gli 8 mesi. Ecco perché, per ottenere risultati effettivi nella riduzione dei casi, la prima barriera deve essere posta ai 2 mesi, con programmi di vaccinazione adeguati”.
Il nuovo vaccino sarà ora inserito nel prossimo Piano vaccinale nazionale. Il profilo di tollerabilità e immunogenicità del nuovo vaccino Novartis sono stati stabiliti sulla base di un programma clinico che ha coinvolto oltre 7mila persone: in Italia undici istituti e circa 1.500 tra neonati, bambini, adolescenti e adulti.
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