Succede di studiare farmacia, di farci anche il dottorato, di lasciare la ricerca per un posto in una casa editrice di pubblicazioni mediche. E poi, un bel giorno, di non incassare volentieri il colpo del part-time negato e decidere di occuparsi della propria figlia. Salvo poi coltivare una piccola passione e vederla crescere tra le mani, fino a farla diventare un lavoro, o forse molto di più. Jolanda Restano fa rima con Filatrocche.it e Fattore Mamma, che sono il principio e la fine (anzi, la continuazione) di un giochino che le è letteralmente esploso addosso: una giostra meravigliosa e dannata che potremmo chiamare mamme sul web. Madre di tre bambini di 14, 11 e 8 anni, senza rimpianti per la carriera (mancata) da farmacista, oggi Jolanda sa di avere fatto la scelta giusta. O di avere avuto la giusta fortuna (o bravura?).
Jolanda, Filastrocche.it è nato in tempi non sospetti, quando Internet non era ancora di tutti e quando le mamme sul web non avevano ancora fatto capolino. Senti di avere precorso i tempi?
“In parte sì, Filastrocche.it è nato nel 2000. Allora c’erano solo Mammeonline e Bambinopoli. Mi erano sempre piaciute le storie per bambini, così avevo deciso, senza competenze di grafica, di raccogliere le filastrocche, invitando gli utenti a mandarmi le loro, anche se incomplete. Le ricostruivo io, magari con l’aiuto di altre persone che seguivano il sito. Ogni giorno ne arrivavano di nuove. Con un piede dondolavo mia figlia, con le mani pigiavo sulla tastiera”.
Entravano soldi, allora? 
“No, avviavo bellissimi scambi merce. In cambio della creazione di siti, ho avuto per un anno una fornitura di pasta al forno dalla rosticceria sotto casa, o l’abbonamento in piscina per i miei figli. Nel frattempo ero diventata un po’ il caso del momento, venivo citata sulle riviste. E così ho aperto la mia prima agenzia web. Filastrocche.it nel frattempo cresceva e dopo qualche anno dalla sua nascita sono entrati i primi banner pubblicitari”.
Poi il web è esploso, poi è arrivata la crisi: che ne è stato di quelle esperienze?
“Ci ha pensato di nuovo il caso. Alcuni clienti avevano deciso di farsi il sito da sé per risparmiare e io, avendo più tempo libero, mi ero messa a scandagliare i blog di mamma, studiandone caratteristiche e potenzialità. Finché un giorno una di loro, Cecilia Spanu, è venuta ad intervistarmi perché organizzava corsi su come comunicare alle mamme. E lì è nata l’idea si mettere su una società di servizi di marketing e comunicazione in grado di creare relazioni tra i brand e le mamme. E anche Paolo, mio marito, ha lasciato il suo lavoro: è il terzo socio di Fattore Mamma”.
Lavori ancora da casa?
“Quasi, mi basta scendere di un piano. L’ufficio è sotto il nostro appartamento. Oltre a me e Cecilia, che abbiamo sette figli in due, lavorano per noi una decina di mamme. C’è chi viene in sede, chi passa una volta ogni tanto, chi lavora da casa, chi lo fa di notte. La flessibilità ci appartiene in pieno”.
Un aspetto che fa molta gola alle mamme, incastrate tra mille impegni e sempre di corsa. Non si rischia di perdere di vista che è pur sempre un lavoro?
“Sì, infatti alle mamme che si buttano sul blog consiglio una cosa: se ne vogliono fare un lavoro, lo devono prendere come tale. Poi potranno farlo la sera dopo cena, in viaggio o con delle pause per seguire i figli. Ma se pensano di poter fare il bucato e prendere il caffè con le amiche, allora quello è un hobby. E come tale resterà. Anche io mi ritaglio qualche ora per i miei bambini nel pomeriggio. Se si ammalano pazienza, resto a casa. Ma quando li metto a letto ricomincio a lavorare. Il web non è l’Eldorado”.
Eppure il fenomeno imperversa…
“Ma le mamme blogger di successo non sono moltissime. Quelle che hanno davvero qualcosa da dire non sono a bizzeffe. Bisogna capire che da un blog non per forza si guadagna. Magari può essere una vetrina per altre esperienze lavorative, quello sì. Magari una è bravissima sui social e un’azienda le chiede di gestire la propria pagina Facebook”.
Da ex farmacista, oggi chi ti senti?
“Un’imprenditrice che conosce bene i bisogni delle mamme. Una che non rimpiange la vita da farmacista. Il mio grande segreto è che adoro il mio lavoro. E dire che mio marito, quando comprai il dominio Filastrocche,it, mi disse: ‘Chi vuoi che legga ancora le filastrocche'”.
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Grazie! Mi piace come l’hai scritta! :) Ciao.
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