Mattoncini di mais e farina bio, quando il gioco è biodegradabile

Usateli interi, tagliati, combinati con altri materiali. Costruiteci quello che vi passa per la testa, realizzate forme tridimensionali, addirittura mosaici. I mattoncini di mais sono stati il primo gioco prodotto da ECOLOGIOCO®, nata come cooperativa e oggi azienda individuale di Stefania Lucarelli, milanese trapiantata insieme al compagno e ai figli nelle colline forlivesi, dove la ditta ha sede.

I mattoncini di mais ECOLOGIOCO®

I mattoncini di mais hanno segnato il vostro esordio. Che cosa è successo dopo?
“Quest’anno io e il mio compagno, che ha un’azienda agricola, abbiamo pensato di trasformare i resti della setacciatura della farina bianca biologica in un impasto predosato simile, per capirci, a quelli delle torte. Basta aggiungere olio, acqua e colori alimentari e si ottiene una pasta da modellare”.
Che filosofia c’è dietro ai vostri prodotti?
“I giochi devono essere biodegradabili, avere una valenza ecologica ma anche didattica. I bambini devono essere liberi di spaziare con la mente e la fantasia”.
C’è un vantaggio, a livello cognitivo, nell’utilizzare giochi con questi crismi?
“Assolutamente sì. Prendiamo il mattoncino di mais: è un modulo, è vero, ma anche manipolabile e spinge il bambino ad una progettualità, ancor prima che alla costruzione di un oggetto. Non solo: il bambino impara che cosa cosa succede dal contatto dell’amido con l’acqua. Il mattoncino gli insegna a non assalire la materia, ad avvicinarsi poco a poco e stimola la coordinazione occhi-mano. Nei nostri laboratori abbiamo visto bambini iperattivi che, in un primo momento, schiacciano i mattoncini. Poi frenano, rallentano, e lì parte la creazione. E’ sorprendente”.
Da parte dei genitori c’è interesse e curiosità?
“Sì, moltissima anche se a volte i genitori tendono a non considerare quei giochi che necessitano anche del loro tempo, della loro disponibilità a stare con i bambini. Ed è un peccato”.
Di mattoncini di mais, sul mercato, ce ne sono altri. Qual è la vostra caratteristica?
“Siamo stati i primi a produrli in Italia ma non ci siamo lanciati sul marketing, preferendo invece rimanere in ambiti più piccoli. Da subito e ancora oggi ogni confezione veicola progetti dedicati all’infanzia. Abbiamo collaborato con Emergency, Mani Tese, le missioni dei Padri Bianchi in Africa, Hera e molti altri”.
Che cosa avete in mente, per il futuro?
“Il tema sul quale stiamo ragionando ora sono delle carte da gioco didattiche. Ma vogliamo muoverci a piccoli passi mantenendo alta la qualità e l’originalità dei nostri giochi”.

La pasta modellabile ottenuta con la miscela pre-dosata a base di resti di farina bio

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