“Fecondazione eterologa in arrivo”: l’ottimismo dell’avvocato che difende i diritti delle coppie

“Entro la fine dell’anno la legge 40 perderà un altro pezzo”. Filomena Gallo,l’avvocato che si è fatta paladina dei diritti delle coppie ad avere un figlio, sta aspettando in questi giorni un’ordinanza del Tribunale di Bologna sulla fecondazione eterologa. La sua battaglia va avanti dal 1998, quando ancora una legge non c’era. E dal 2004, quando la procreazione assistita è stata normata in modo “discriminatorio”, si è fatta ancora più forte.
Avvocato, moltissime coppie sono costrette ad andare all’estero perché in Italia l’eterologa è vietata. Nei giorni scorsi, però i giudici di Milano hanno sollevato la questione di incostituzionalità. Anche da noi qualcosa si muove?
“Sicuramente sì, anche se siamo in attesa dell’intervento della Corte Costituzionale, l’unico organo che possa sbloccare la situazione. Di limiti scientifici non ne esistono: quando cadranno i divieti, l’Italia sarà all’avanguardia. L’unico ostacolo è politico”.
E religioso, pure?
“Anche. Ma spesso si dimentica che il nostro è un Paese laico: le credenze e le opinioni personali dei legislatori devono rimanere fuori dalle leggi. La religione è una scelta privata”.
Qual è l’ostacolo più forte che incontra?
“La mancanza di conoscenze. Chi si batte contro l’eterologa usa immagini forti e non veritiere, parla di commercio di ovociti e così fa breccia nell’immaginario di tutti. Ma il commercio di ovociti è vietato dall’Europa. Si deve parlare di donazione. Ricordiamo che anche nei Paesi dove è previsto un contributo economico, le leggi sono molto precise e severe in merito”.
Com’è il livello dei centri, in Italia?
“Sicuramente alto. Ma il paradosso è evidente. Nel momento in cui facciamo passi in avanti dal punto di vista legislativo, dobbiamo vigilare affinché i centri adempiano all’obbligo appena sancito. La legge, per esempio, non vieta la diagnosi pre-impianto. Ma nel pubblico non sono attrezzati: praticano le fecondazione in vitro ma non sono in grado di dare alcuna informazione sullo stato di salute dell’embrione. Di fatto è un’interruzione di servizio”.
C’è qualcosa da salvare, in questa legge?
“L’unica parte che approviamo è quella che ha fatto nascere il registro nazionale sulla fecondazione assistita, che fa una mappatura di chi può fare cosa”.
All’estero le coppie sono seguite e tutelate?
“Non sempre, purtroppo. Sto seguendo una coppia che era andata fino a Cipro ma il centro al quale si era rivolta è stato chiuso per irregolarità. Loro si sono ritrovati con embrioni crioconservati sequestrati. Allora sono andati in Grecia dove però la donatrice era portatrice di una patologia che è stata trasmesso al bimbo che la coppia è riuscita poi ad avere. E’ solo un caso ma posso assicurare che spesso, all’estero, le coppie sono oggetto di truffa”.
Ha seguito anche coppie in Emilia-Romagna?
“Sì, in particolare a Rimini e Bologna. L’associazione Amica Cicogna ha sede a Salerno ma ha soci in tutta Italia”.
In quindici anni di impegno, qual è stata la sua conquista più grande?
“Ogni procedimento è importante perché contribuisce ad affermare i diritti delle coppie. In ogni caso vado molto fiera del fatto che dopo esserci costituiti come associazione Luca Coscioni davanti alla Corte Interamericana dei Diritti Umani contro la legge del Costa Rica che vieta la fecondazione in vitro, la Corte ha sancito che accedere a tecniche di procreazione assistita è un diritto umano meritevole di tutela. Significa accedere ad una cura per problemi di salute. E’ una decisione che avrà effetti in tutto il mondo”.
Che cosa la fa arrabbiare di più, della legge 40?
“La grande contraddizione interna. Prevede che alle tecniche possano accedere coppie infertili o sterili. Ma per le sterili, che non hanno gameti, l’unica strada è l’eterologa. Che è vietata”.

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