È facile avere in antipatia il ‘guidatore di Suv’.
È la persona che probabilmente sta viaggiando su quel mezzo di cui, quando ti si accosta a un semaforo o allo stop di un incrocio, riesci a intravedere solo la marca degli pneumatici.
Se si avesse il potere di allungare il collo telescopicamente si potrebbe anche osservarlo da vicino, il ‘guidatore di Suv’.
Esemplare di una razza che si moltiplica rapidamente, perché con questo modello di auto (auto?) “si viaggia più sicuri”. Nel senso di: ‘sicuri di stare sui coglioni a chi non ce l’ha’.
Esteticamente il guidatore di Suv può presentare tipologie differenti. In genere è vestito bene, spesso ha una zazzera da ventenne pur avendo già passato gli ‘anta’ da un pezzo.
Quando è al volante non si limita a guidare. Nel libretto di istruzioni di ogni Suv è specificato che ‘non è possibile guidare un Suv se nello stesso tempo non si riesce anche a parlare al telefonino’. È proprio proibito. Chi viene sorpreso a guidare un Suv omettendo di parlare al cellulare viene privato del mezzo e al suo posto gli viene consegnata una Duna usata, o un abbonamento ferroviario da pendolare.
Un atteggiamento opzionale, ma fortemente raccomandato, è la guida con il braccio penzolante fuori dal finestrino.
Il guidatore di Suv deve possedere abilità e attenzione particolari per le procedure di parcheggio, riassunte nella regola ‘io posteggio dove c**zo mi pare’. Tanto se anche il vigile ‘stacca’ la multa, può permettersi di pagarla. Per questo i cassetti interni al Suv sono grandi: debbono contenere le multe.
Il guidatore di Suv sceglie con accortezza i luoghi dove lasciare il suo mezzo (che non chiama mai così, il ‘mezzo’, perché “è così grande che mi sembra di fargli un torto”): in genere gli spazi rettangolari delimitati dalle strisce blu o bianche, dove gli automobilisti convenzionali lasciano in sosta la vettura, non sono idonei. Servono meglio allo scopo le piste ciclabili o i marciapiedi stretti, quelli dove il Suv, posteggiato con due ruote su e due giù, può comodamente intralciare il passaggio a madri che spingono carrozzine e portatori di handicap assortiti.
“Non potrei fare a meno del Suv”, dichiara spesso il guidatore del medesimo. È infatti accertato che è il veicolo più adatto agli spostamenti nelle città italiane, specialmente nei centri storici costruiti durante risale il medioevo. Dove gli spazi erano stati pensati per il passaggio dei muli: e comunque non più di uno alla volta.
Quando il guidatore di Suv scende dal Suv sembra l’ammiraglio Chester Nimitz che scende dalla sua nave dopo la battaglia delle Midway.
Esiste una variante interessante al guidatore di Suv: la moglie dei guidatori di Suv.
Anch’essa è una guidatrice di Suv ed è responsabile dell’educazione dei figli, che a loro volta diventeranno guidatori di Suv: come in un’antica dinastia. A differenza del marito, può guidare l’auto ammiraglia della famiglia solo in alcune occasioni, per le quali è indispensabile un mezzo di trasporto di grosse dimensioni. Come portare i figli a scuola o andare dal parrucchiere.
Quando porta i figli a scuola dimostra la medesima abilità del marito nel parcheggiarlo: in genere sulle piste ciclabili o in zone precluse al traffico. In realtà non sa bene cosa sia una pista ciclabile: crede che i ciclisti siano una specie di stravaganti personaggi che seguono abitudini esoteriche, come gli hare krishna o i fan di Toto Cutugno.
All’ora dell’ingresso a scuola è possibile assistere al seguente spettacolo: il Suv arriva, apparentemente senza guidatore, perché la moglie è di altezza modesta, quindi dal piano della strada non può essere intravista, a meno che non porti acconciature vecchio stile. Neanche i bambini si vedono, soprattutto se in tenera età. L’apertura della portiera avviene con procedure e rischi simili a quella del portellone di un aereo in volo: soprattutto la temono i succitati ciclisti, se effettuata avventatamente, perché d’improvviso il lume della strada è occupato interamente dall’enorme sportello.
Ma esiste un motivo inoppugnabile per il quale il guidatore di Suv ha acquistato questo modello di vettura: è la versione moderna del ‘facciamo a chi ce l’ha più lungo’. L’auto, insomma, come prosecuzione del membro, anzi, passata una certa età, come surrogato. Le ragazze, che in fatto di sesso sono più mature – lo dimostra quanti minuti ci mettono a raggiungere un orgasmo, troppi secondo il sistema di conteggio del tempo dei maschi, a cui spesso è sufficiente la lancetta dei secondi – affermano che più grande è l’auto più forte è il timore di essere sessualmente inadeguati.
Esiste una scelta ancora più estrema del Suv, che in termini di fanatismo va evidenziata: viene compiuta da quell’appassionato di mezzi enormi che vuole percorrere fino in fondo la via dell’identificazione con alcune abitudini di vita americane. L’acquisto di un fuoristrada 4×4 con cassone. È un veicolo che, per abbozzare una descrizione, è una specie di camion che sembra essersi ristretto, come un capo di lana lavato a temperatura elevata. Possiede un abitacolo e un enorme cassone, nel quale si potrebbe comodamente trasportare un animale o una famiglia di immigrati clandestini messicani.
Il guidatore di un fuoristrada 4×4 con cassone, come il cugino del Suv, lo utilizza ovviamente per andare a fare spesa in centro – sempre nelle medesime strade costruite ecc. ecc. – con lo scopo primario di pavoneggiarsi.
In alcuni casi, dove la mania diviene terminale, si dota anche di un cappello da cow boy e, quando scende dopo averlo parcheggiato ostenta il compiacimento di chi è appena arrivato alla fine di una dura giornata passata a marchiare il bestiame. E sta andando a bersi un whisky, mentre nell’aria risuona il rumore degli speroni.
Tratto dal libro di Gianni Bessi e Paolo Pingani, Siamo tutti fanatici
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Commenti:
Ma quanto sono forti ‘sti due che hanno scritto queste sante e vere parole: mai più veritiero verbo fu proferito!!
E’ tutto quello che penso io quando dall’altezza della mia ultradecennale Lancia Y, con il mio rispettabile metro e 57, ne ho uno davanti, soprattutto ai semafori. Mi disorienta!!!
Penso sempre alla testa che c’è dietro a quel Suv…. e spesso raffiguro poche sinapsi.
Pregiudizio? No, se ne trova sempre più spesso conferma, soprattutto per l’arroganza e l’idea di superiorità con cui si contraddistinguono.
Silvia
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