Prof veri, aule vere: a Rimini i bambini vanno all’università. Come a Vienna

Non ci sono esami da superare, non ci sono prove intermedie, né voti, né lodi. Ma i professori, le aule a gradoni e le lezioni sì. Anche a Rimini è arrivata l’università per i bambini da 8 a 14 anni. Un progetto dell’associazione Fun Science di Renazzo (Ferrara) che, tutta presa ad occuparsi di divulgazione scientifica e laboratori, è stata contattata da Eucu.net, la rete delle università per bambini d’Europa. Per Cinzia Marzocchi, presidente di Fun Science, apriti cielo.
Che cosa vi hanno suggerito gli amici europei?
“Ci hanno chiesto come mai a Bologna, sede universitaria storica, non esistesse un progetto di avvicinamento dei ragazzini alle realtà accademiche. Così ci siamo messi al lavoro e abbiamo creato Unijunior. E’ solo un nome, non è un franchising. Se qualcuno volesse replicare la nostra esperienza in Sicilia, potrebbe farlo senza problemi”.
Dove avete attivato questo esperimento?
“A Bologna e Ferrara, dove siamo già alla quarta edizione. E poi a Modena e Reggio Emilia. A Rimini abbiamo appena cominciato. L’obiettivo era raggiungere 200 iscrizioni. Invece abbiamo superato le 300. E continuiamo a ricevere telefonate”.
Che cosa proponete ai partecipanti?
“Due volte al mese, di sabato pomeriggio, si entra dentro un’università vera, con professori veri. Ai bambini consegniamo un libretto dello studente con alcune regole. Per il resto, sono liberi. Anche chi non frequenta tutti gli incontri, alla fine riceve un diploma. Non ci sono obblighi”.
Qual’è la reazione più frequente, da parte loro?
“Sono incuriositi, alcuni addirittura prendono appunti. Sono in genere molto responsabilizzati”.
Quali temi scegliete per le lezioni?
“Lasciamo decidere ai docenti di riferimento del progetto. Interessano molto quelli legati alla geologia, come i vulcani e i terremoti. Ma non bisogna generalizzare. A Bologna un professore di economia, Luciano Messori, è riuscito a coinvolgere i bambini con giochi interattivi e così le sue lezioni, per quanto all’apparenza la materia possa risultare noiosa, sono richiestissime. Idem per sociologia, quando i bambini vengono a sapere che si gioca anche a Monopoli, ne sono attratti”.
Lo scopo finale che vi prefiggete qual è?
“L’obiettivo è abbattere quel muro che fa percepire il mondo accademico come qualcosa di estraneo. E mostrare anche quanto è ampio il campo del sapere. Far vedere che esiste una facoltà intera che si occupa di studiare il Dna per i bambini è una vera scoperta. E anche per le famiglie”.
Un giorno quei bambini andranno all’università?
“Ce lo auguriamo. Di sicuro il nostro progetto un’influenza ce l’ha”.

La prossima lezione di Unijunior a Rimini si terrà il 16 febbraio alle 15,30 al Dipartimento di scienze per la qualità della vita: “Coloriamoci di salute” sarà tenuta da Silvana Hrelia e Marco Malaguti.

 

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