L’arte è roba da bambini: una giovane maestra narra la vita degli impressionisti

Andare per musei? Visitare una mostra? Cose (anche) per bambini. Arte e infanzia sono un binomio inscindibile per Francesca Ronchetti, insegnante di scuola dell’infanzia e consulente pedagogica che domani alle 16,30 sarà alla Libraffa di Ravenna (via D’Azeglio, 29) per presentare il suo libro “Raccontami l’impressionismo. La vita dei pittori narrata ai bambini” (edizioni Miele). Dopo la lettura, la giovane 30enne, che ha già pubblicato sul tema dell’elaborazione del lutto nei piccoli, proporrà ai partecipanti (età consigliata: dai cinque anni) un laboratorio sulle sollecitazioni nate dal libro.
Come nasce l’idea di scrivere di arte?
“Fin da piccola sono un’appassionata, per hobby dipingo. Lavorando con i bambini, inoltre, mi sono resa conto che l’arte, se proposta con stimoli semplici e un pizzico di fantasia, stimola la creatività. I piccoli non hanno pregiudizi, guardano l’opera per quello che suscita, colgono significati che i grandi non catturano”.
Perché proprio l’impressionismo?
“E’ la mia corrente pittorica preferita. In più ha segnato un cambiamento importante nella storia, in direzione dell’arte contemporanea. Per i colori e la semplicità, infine, credo si adatti molto ad un approccio infantile”.
Quali vite narri, nel libro?
“Quelle di sette pittori: Monet, Manet, Cézanne, Renoir, Sisley, Degas, Pissarro. Pittori che hanno molto sofferto per affermarsi, visto che erano considerati in controcorrente rispetto al precedente classicismo. Le loro esistenze sono raccontate a partire da quando erano bambini: il mio libro contiene anche un messaggio di fiducia nei propri sogni e nelle proprie ambizioni. Loro volevano dipingere e hanno dipinto. E’ un invito ai bambini a fare quello che sognano”.
La tua preferita, qual è?
“Quella di Claude Monet. La faccio narrare ad un topolino vissuto per anni in un buco vicino alla sua casa. Il topo racconta che Monet amava le barche ma non se ne poteva permettere una. Fino a che, da grande, riuscì a comprarsi un battello, che trasformò nel suo atelier per dipingere”.
Non hai messo molte immagini di opere, a corredo delle ‘biografie’: è stata una scelta deliberata?
“Sì, ci sono due quadri per ogni pittore. La mia speranza è che bambini e genitori siano stimolati dai racconti ad andare a cercare le altre opere raccontate nel libro. Non voglio che la curiosità per l’impressionismo si esaurisca con le mie pagine”.
Gli adulti credono poco nella possibilità che un bambino possa apprezzare l’arte?
“Sì, gli adulti pensano che l’arte sia una cosa da grandi. Un bambino di tre anni non starà certo tre ore ad una mostra ma venti minuti sì. Per fortuna la sensibilità in materia sta crescendo. Di recente, a Verona, in un museo ho visto le audioguide anche per bambini. E’ un bel segnale”.

Francesca Ronchetti

Che cosa chiederai ai bambini, alla fine del tuo racconto?
“Siccome racconterò la vita di Monet, proporrò loro di disegnare quello che vedono rispecchiato nell’acqua, come se fossero a bordo della sua barca. I più piccoli in genere ritraggono pesci colorati. I più grandi, invece, i loro sogni”.

In questo articolo ci sono 0 commenti

Commenta

g
To Top