“La domenica mattina c’è un programma in tv che piace molto a mio figlio. Di solito, mentre lui lo guarda, io ne approfitto per fare i lavori in casa. Ma questa settimana ho deciso di mettere in pratica quello di cui avevamo parlato, coach.”

Urge una piccola premessa per chi legge. C’è stato un tempo in cui il termine “sponsor” non aveva l’implicazione commerciale che ha ai nostri giorni. Derivava dal latino “spondere” (promettere) ed indicava un individuo che si era assunto l’impegno di sostenere il benessere di un’altra persona. Detto ciò, può un genitore desiderare di diventare il miglior sponsor per suo figlio? Certo!

“E quindi? Che cosa hai fatto?”

“Ho lasciato perdere i miei lavori. Mi sono messa con lui a guardarlo. Ogni tanto mi scrutava di sottecchi, credo non se l’aspettasse. Sai quando dicevamo che è importante che si senta “visto”? Ci ho riflettuto. Quando me ne andavo, era come se gli stessi lanciando il messaggio: “so che questo programma ti interessa perché ti insegna delle cose che ti piacciono, ma io non voglio sostenerti…“. Mi sono guardata con i suoi occhi e cavoli… Mi aveva chiesto tante volte di condividere la sua passione e io non ci ero mica arrivata ancora!”

Non so tu, ma io credo che ogni conquista personale sia una pietra miliare lungo il percorso. L’importante è posarla.

“Sai che cosa ho cominciato anche a fare? Hai presente che mi hai raccontato come fanno in certe culture dell’Africa? Ecco, faccio così anche io! Invece di salutarlo come sempre, gli dico: “io ti vedo” e lui mi sorride in un modo meraviglioso… Oppure, quando mi accorgo che sta inventando dei giochi: “io vedo che stai creando e mi piace“… Oppure, quando si impegna per imparare qualcosa: “sei unico“… E quando mi aiuta: “sei prezioso“.   E in quei momenti insieme è come se tutto diventasse magico…”

Sono certa che c’è dell’altro… Tutto questo entusiasmo dev’essere legato anche ad altri risultati.

“Da quando ho cambiato il mio comportamento, è più rilassato, lo vedo più sereno, più sicuro di sé. È una soddisfazione immensa per me.”

La persona che si sente “vista” acquista fiducia nelle proprie capacità e nel proprio essere. Sa di poter fare la differenza nel mondo. Gli adulti che hanno difficoltà a credere in se stessi sono stati bambini che hanno sperimentato l’assenza di sponsorship o addirittura quella negativa. Ma possono recuperare, perché non c’è nessuna insicurezza che non possa essere sanata.

Con i figli, invece, meglio fare il possibile per evitare il problema e cominciare subito infondendo fiducia in se stessi, facendoli sentire apprezzati e stimolati a coltivare le loro capacità.