“Sono molto onesta con i genitori: alla fine degli incontri i loro bambini non parleranno inglese”. Aleksandra Barczak terrà domani alle 16 e alle 17 due lezioni dimostrative (la prima per i bimbi da 2 a 4 anni, la seconda per quelli da 4 a 6) del corso “English 4 kids” che partirà all’asilo nido bilingue Tick Tack Kids di Forlì della cooperativa Paolo Babini.
Aleksandra, il suo è un metodo collaudato?
“Sì, lo abbiamo sperimentato lo scorso anno al Nido di Sofia come progetto pilota. Il successo è stato grandissimo. Così da quest’anno lo abbiamo portato al Tick Tack come attività mattutina. Siccome molti genitori di bimbi che frequentavano questo nido vogliono che i loro figli, che oggi sono alla materna, continuino, abbiamo pensato di proporla anche di pomeriggio, aprendola anche ai non iscritti al servizio”.
Come si svolgono i vostri incontri?
“Tutto si basa su racconti, giochi, musica. E’ un approccio divertente che ha l’unico obiettivo di sensibilizzare i bambini alla lingua inglese, non certo di portarli a produrre parole. Devono familiarizzare con i suoni, non parlare e tradurre. Spesso i partecipanti sono così piccoli che non parlano nemmeno l’italiano. Non vengono da noi per imparare un vocabolario”.
Possiamo fare un esempio di un’attività proposta?
“Semplici comandi, come ‘mettiti seduto’, ‘facciamo un trenino’, ‘formiamo un cerchio’ diventano un’occasione di gioco. I bambini non ripetono le parole che dico ma imparano ad eseguire quei comandi. Segno che la lingua entra nelle loro orecchie”.
A che età è giusto iniziare?
“Vengono molti bambini di quattro anni ma si può iniziare anche molto prima. Ho avuto bimbi di un anno ed è andata benissimo. L’importante è che i gruppi siano abbastanza omogenei per età”.
Si parla inglese fin dal primo incontro?
“No, si va per gradi. Ci sono bambini che faticano a staccarsi dalle mamme, se proponessimo l’inglese da subito si spaventerebbero. L’inglese entra gradualmente e poi diventa preponderante, se non unico”.
Qual è la loro reazione?
“Restano a bocca aperta, sono incuriositi. Il metodo è basato sul TPR (total physical response), quindi il corpo è la chiave di tutto. Si lavora con la fisicità, le azioni, il movimento”.
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