Un vecchio lupo scarno e senza denti si avvicina ad un villaggio con un sacco in spalla e bussa alla porta della prima casa che incontra. Apre una gallina tra la paura e lo stupore di trovarsi davanti il cattivo per eccellenza, il terrore che per antonomasia si nasconde sotto al letto o dentro all’armadio.
Lui, invece, entra educatamente, e in cambio del calduccio del focolare, si offre di preparare una zuppa di sasso. La brava massaia pennuta consiglia di aggiungere un po’ di sedano all’acqua bollente e al sasso, giusto per dare un po’ di sapore.
Prova del cuoco terminata? Neanche per idea.
La notizia fa il giro della borgata, e in men che non si dica si ritrovano tutti a casa della gallina ad insaporire la zuppa: il maiale porta le zucchine, l’oca i porri, la capra le rape. Alla fine sono tutti seduti alla stessa mensa a sorseggiare un brodo caldo, ridendo e scherzando come non succedeva da tempo.
Il lupo, ad un certo punto, testa la cottura del sasso con un coltellaccio, e trovandolo ancora duro, si alza, ringrazia e se ne va.
Anais Vaugelade ci ricorda che non tutti i lupi vengono per nuocere. Che a volte è sufficiente un pretesto per trovarsi tutti insieme allegramente. La gallina l’ ha scoperto aprendo la porta del pregiudizio e facendolo entrare il lupo. Davvero un gesto semplice. E se ce l’ha fatta una gallina…
Anais Vaugelade, Una zuppa di sasso, Babalibri
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