Rimini, il prof di religione: “Ringrazio i ragazzi quando si collegano, non è scontato”

Manuel Mussoni

“La didattica a distanza può essere considerata, per certi versi, un’esperienza sorprendente, nel senso che mette in mostra ciò che si è costruito, nei mesi e negli anni, in classe”. Manuel Mussoni, 35 anni, neopapà e responsabile dell’Azione cattolica di Rimini, insegna religione in 18 classi dell’Istituto Molari di Santarcangelo di Romagna. Tradotto, significa 400 studenti

Domani 30 maggio alle 11,30 sarà in diretta sulla pagina Facebook di “Riportando tutto a casa” per l’incontro “#2 Paliamo di scuola, bambini e ragazzi…i grandi dimenticati della crisi” a cui parteciperanno anche Alessandra Falconi del Centro educativo Zaffiria, Luisa Pandolfi dell’Università di Sassari, oltre a studenti e studentesse, sotto la conduzione di Silvia Sanchini.

“In questi mesi – racconta il giovane docente – ho raccolto i frutti dell’ostinato lavoro svolto, a scuola, sulla relazione con i ragazzi. Nella mia materia non c’è il problema del voto, del rischio di insufficienza e questo consente davvero di concentrarsi sulla parte umana. Mi sarei aspettato, da parte degli studenti, una bassa disponibilità a collegarsi. Invece, per strada ne ho persi davvero pochissimi. Sono felice e grato per questo: la restituzione, dagli alunni , ‘ho avuta vedendoli sorpresi nel momento in cui li ringraziavo, e ancora li ringrazio, di essere davanti al computer per l’ora di religione. Io, da studente, forse avrei tirato i remi in barca”.

L’altro lato della medaglia è che, pur prevedendo maggior libertà e spazio d’azione, la materia insegnata da Mussoni ha in sé la continua necessità di stimolare ai ragazzi, motivazione: “Ogni settimana è una sfida incontrare l’interesse e la vita di diciotto gruppi di adolescenti. Ecco perché ho modificato in parte le lezioni, utilizzando anche quiz dinamici e attività interattive che, attraverso linguaggi e strumenti ben noti ai più giovani, incentivino concentrazione e attenzione. In questo senso, ho davvero incontrato disponibilità, nei miei alunni: a quell’età, i ragazzi alzano il muro dove non trovano umanità mentre lo abbassano se trovano ascolto e comprensione. In fondo, puntare sulle logiche punitive in un periodo di pandemia nel quale molte famiglie hanno problemi economici e di lavoro sarebbe stato folle”.

Se oggi potesse aggiungere una parte alla sua pubblicazione “Il capitolo più bello del libro”, il professore inserirebbe qualche aneddoto proprio sulla Dad: “Si è parlato tanto, in questo periodo, di Inps, 600 euro e crisi economica ma i più giovani non sono stati ascoltati, se non dagli insegnanti di buona volontà. Ancora oggi, sebbene davanti a uno schermo, continuo a pormi la grande domanda sulla scuola che non funziona: dipende dalla pigrizia degli studenti o dalla mancanza di uno sguardo adulto giusto su di loro?”.

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