“Quando sarò grande, ne sono certa, sarò io a occuparmi di mia sorella. Il mio compagno ne è consapevole, sa benissimo che il legame che abbiamo è così forte da non poter essere messo in discussione”. Rakia Kalakhy, di Gatteo, ha 24 anni e se si dovesse parlare di statistiche, rientrerebbe a pieno titolo in quei 13.250 giovani caregiver stimati in Emilia-Romagna. Sua sorella, 15 anni, è nata infatti con la trisomia 18, una malattia genetica rara che per Rakia, però, è sempre stata la normalità: “Per me è naturale, e lo era anche quando ero bambina, occuparmene e passare il tempo con lei. Ho altri due fratelli di 17 e 16 anni, per alleggerire mia mamma mi sono sempre presa cura di Sara, anche nei periodi che ha passato in ospedale”.
Ma Rakia, la responsabilità di doverlo a tutti i costi fare, non l’ha mai sentita: “Né mio padre né mia madre mi hanno imposto nulla. Sono io a sentire dentro di me la voglia, l’amore e la predisposizione a stare con mia sorella. Anche quando tornavo da scuola e magari dovevo studiare, non mi pesava prendermi cura di Sara per qualche ora. Certo, i momenti difficili ci sono stati, come quando tempo fa abbiamo rischiato di perderla e rimanere da sola con lei, che era ricoverata, mi faceva paura”.
L’esperienza di giovane caregiver, per Rakia, ha contribuito molto alla sua crescita: “Si bruciano forse le tappe a fare così presto le cose dei grandi. Ma io non ho mai avvertito come rinunce quelli che da fuori vengono visti come sacrifici: non mi è mancato nulla e se il sabato sera, invece che uscire, preferisco restare a casa per Sara, non mi pesa. Idem per Capodanno: anche se mi invitano fuori, quasi sempre scelgo di rimanere con lei”.
Quando era incinta di Sara, la mamma aveva preparato sia Rakia che i fratelli: “Sapevamo che sarebbe stata diversa, che avrebbe avuto problemi. Ma grazie alle sue rassicurazioni e al fatto che nostro padre, marocchino, ci ha restituito il senso religioso di quello che ci è successo, in particolare il fatto che anche Sara sia un dono, l’accettazione è stata naturale”.
Pensando al futuro, infatti, Rakia non ha un dubbio: “Forse mi sposerò, forse avrò figli miei. Ma Sara sarà con me, io ho bisogno di lei quanto lei ha bisogno di me”.
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