Le ragazze sono più brave a scuola ma guadagnano meno sul lavoro. Le donne faticano più degli uomini a costruirsi una carriera professionale. La responsabilità educativa dei figli ricade ancora, prevalentemente, sulle madri.

Temi di grande attualità che a scuola, però, faticano a entrare. Così come faticano a entrare ruoli di genere, stereotipi, violenza. Sonia Alvisi, consigliera di parità per la Provincia di Ravenna ma anche per la Regione Emilia-Romagna, non si aspettava così tante adesioni, da parte delle scuole superiori di Ravenna città, al progetto “Educare alla parità” che partirà il 23 ottobre con un incontro dedicato agli studenti e alle studentesse delle superiori alla Camera di commercio: “Finora abbiamo avuto 350 adesioni ma ne stanno arrivando altre. Sono molto contenta del riscontro. La scuola non ha sempre i mezzi, gli strumenti e le competenze per avviare riflessioni e approfondimenti su questi argomenti. Ritengo questo interesse da parte delle scuole positivo e promettente”.

Dopo Ravenna, toccherà a Lugo (20 novembre) e poi Faenza (11 dicembre). L’anno prossimo, invece, saranno coinvolte le scuole medie per poi arrivare, nel 2020, alle elementari: “Si tratta di un grande progetto – spiega Alvisi – che ha coinvolto anche l’Agenzia regionale del lavoro, il Miur, l’Asl, il Tavolo provinciale salute, conciliazione e lavoro. Ci siamo resi conto che bisognava necessariamente partire dalla scuola, così fondamentale nella formazione dell’identità dei ragazzi e delle ragazze, per parlare di valorizzazione delle differenze e pari opportunità”.

L’idea, però, non è solo quella di trasferire nozioni a chi parteciperà: “Vogliamo, invece, suscitare emozioni. Solo così sarà possibile creare un vero interesse e, speriamo, un bisogno di approfondire ulteriormente. Il nostro intervento non potrà essere esaustivo ma crediamo possa dare importanti input”.