Domenica 10 giugno alle 20 in via Torleone a Bologna si svolgerà la cena organizzata dalla comunità islamica bolognese in occasione del’iftar, il pasto serale che interrompe il digiuno durante il mese del ramadan. La cena sarà un evento pubblico in strada con l’obiettivo di promuovere il dialogo e la condivisione tra le culture e vedrà la partecipazione del sindaco Virginio Merola. Lo rende noto l’amministrazione comunale.
Il Comune di Bologna, nell’ambito del Piano di azione locale contro le discriminazioni razziali, ha promosso una serie di incontri di conoscenza sul ramadan con la comunità islamica bolognese che si sono svolti al centro interculturale Zonarelli. Gli incontri sono stati realizzati con l’obiettivo di fornire adeguate informazioni agli operatori e alle operatrici impegnati nel sistema dell’accoglienza. Numerose sono infatti le questioni che possono sorgere durante il digiuno per i fedeli che magari lavorano a contatto con i cibi e con gli alcolici.
Il Pal è stato deliberato dalla giunta lo scorso 20 febbraio con l’obiettivo di “promuovere il diritto al benessere, alla non discriminazione e alla partecipazione dei cittadini di Paesi terzi”. Nell’ambito del Piano sono state anche realizzate due ricerche: sui “bisogni e le aspettative delle comunità religiose” e “sulle culture le pratiche e i luoghi della partecipazione dei cittadini stranieri a Bologna”.
Il ramadan è stato anche l’occasione per un’azione corale di beneficenza rivolta ai circa 220 detenuti di fede musulmana (sugli 800 detenuti in totale) che si trovano nel carcere della Dozza e hanno manifestato la volontà di rispettare il precetto religioso. Grazie al contributo delle comunità islamiche di Bologna, Ravenna e Faenza e delle associazioni Islamic relief e Life sono state organizzate forniture alimentari di pacchetti composti da confezioni di datteri, zucchero, tè verde, cuscus e altro. Questa iniziativa è stata resa possibile sotto la regia dell’associazione di volontariato AVoc, con il coinvolgimento dell’istituzione per l’inclusione sociale e comunitaria del Comune di Bologna “Achille Ardigò e don Paolo Serra Zanetti”, di Asp Città di Bologna e dell’ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, e grazie alla collaborazione della Casa circondariale di Bologna.
In questo articolo ci sono 0 commenti
Commenta