Serena De Matteis

Aveva 22 anni Serena De Matteis, originaria del Salento, quando nel 2007 le venne diagnosticato il linfoma di Hodgkin. Dopo sei cicli di chemio, nessuna regressione della malattia. Ma sebbene le linee guide indicassero come unica via quella del trapianto, le venne proposta una radioterapia mirata che distrusse, di fatto, il tumore. L’esperienza di Serena, biologa e oggi ricercatrice in campo oncologico all’Istituto Tumori della Romagna (IRST) IRCCS di Meldola, è al centro del suo libro “Marinai di terra ferma” (Albatros) al quale è ispirato uno spettacolo in programma il 16 marzo alle 21 al Teatro Dragoni di Meldola per la regia di Stefano Pelloni con le coreografie di Valentina Casadio, Giulia Costantini, Serena Aurilia e Michela Venturi, con la voce di Erika Occhiello e la collaborazione degli allievi della scuola di musica di Officina della Musica e della palestra Move It Club di Ravenna.

Il ricavato dello spettacolo andrà a finanziare il progetto di un servizio di radioterapia pediatrica della Romagna, al quale la stessa Serena De Matteis, che ha la direzione artistica dello spettacolo insieme a Eleonora Casadio e a Marco Castelvetro, tiene molto: “Sapere che i bambini e gli adolescenti che devono sottoporsi alla radioterapia non saranno più costretti a spostarsi a Bologna o fuori regione è qualcosa che mi rincuora moltissimo e alla quale tengo molto. Io non ero una bambina quando mi sono ammalata ma ricordo bene quando andai al Cro di Aviano, in Friuli-Venezia-Giulia, a mille chilometri da casa mia, per provare a guarire”. Il 12 aprile 2008 Serena seppe che il linfoma non c’era più: “Quella è la data della mia rinascita. Una rinascita che non faccio coincidere solo con la guarigione clinica ma anche con un risveglio della parte emotiva del rapporto tra me e mio padre. Un padre che aveva sempre evitato di apprezzarmi, di farmi sentire considerata, di esprimere il proprio amore per me. E che ha imparato a farlo anche grazie alla malattia, al modo in cui l’ho affrontata, al coraggio che ho tirato fuori e che lo ha fatto rispecchiare in me e avvicinare a me. Oggi abbiamo un rapporto bellissimo. Il cancro non necessariamente cancella i sentimenti: nel mio caso è successo l’esatto contrario”. Dopo l’esperienza del linfoma, Serena ha cambiato la rotta dei propri studi: “Allora mi occupavo prevalentemente di malaria ma il mio interesse si è spostato sempre di più verso l’ambito oncologico, in particolare pediatrico”.

Luca Tontini

E della radioterapia per bambini e adolescenti parla il radioterapista Luca Tontini, che ha fatto esperienza anche nel centro di riferimento oncologico di Aviano: “Già dal 2014 stiamo lavorando per creare due centri: uno per i bambini all’ospedale di Ravenna e l’altro per gli adolescenti all’Irst di Meldola. In entrambi i presidi sono già state montate le apparecchiature per la tomoterapia, un tipo di radioterapia che spesso è più adatta ai pazienti più giovani, e in ogni caso esistono le attrezzature per la radioterapia più classica. In questo periodo stiamo accelerando il passo in altre due direzioni: la predisposizione di spazi a misura di bambino, grazie anche al coinvolgimento dell’Istituto oncologico romagnolo, e il perfezionamento di una procedura che metterà in collegamento i vari servizi e i vari professionisti coinvolti nel percorso terapeutico dei bambini o degli adolescenti. Sarà fondamentale, una volta ultimato il tutto, dare alle famiglie già colpite dalla diagnosi di tumore, la possibilità di eseguire le terapie non lontano da casa, senza che i figli debbano rinunciare alla vicinanza della famiglia e degli amici“. Per ora si stima che il progetto potrebbe interessare meno di trenta casi all’anno: “Una volta implementato, però, ci aspettiamo richieste anche da fuori”.