Roberta, Dino e Franco sono solo tre delle circa cento persone con diabete non autosufficienti che la dottoressa Chierici, responsabile del progetto di assistenza medica domiciliare “Portiamo il sorriso in casa”, ha visitato in poco più di un anno dal suo avvio. Il progetto, voluto fortemente dall’associazione Diabete Romagna, è finanziato grazie al contributo dei numerosi donatori e sostenitori dell’associazione. Le storie di Roberta, Dino e Franco sono raccontate in un breve video che mostra le difficoltà che incontra una persona che non riesce più a gestire il diabete in autonomia così come il sollievo che può dare un progetto capace di restituire quella dignità che troppo spesso la malattia toglie.

Roberta è allettata e vive con il marito e le figlie, che la adorano e accudiscono e, grazie al supporto loro, della madre e della sorella, in questi anni ha sempre gestito il diabete come meglio ha potuto. Il medico di base la visitava con costanza a domicilio e, non potendosi recare lei personalmente in ospedale presso il centro diabetologico, lo facevano per lei i famigliari. Il fatto di non essere visitata direttamente dal diabetologo e la necessità di prendere dei farmaci legati ad altre patologie le impedivano di mantenere una buona gestione del diabete, che si manifestava con episodi di sbalzi glicemici altissimi e conseguenti ricoveri in ospedale. Le storie di Franco e di Dino sono diverse, ma entrambe accomunate dal diabete, dalla difficoltà fisica di recarsi in reparto di diabetologia per i dovuti controlli e dalla qualità di vita loro e della loro famiglia fortemente compromessa.

Il progetto “Portiamo il sorriso in casa” è nato in via sperimentale a settembre 2016, grazie al supporto di alcuni importanti sostenitori che hanno creduto nella sua necessità e nella volontà dell’Associazione Diabete Romagna di dare vita al primo servizio in Italia che prevedesse il supporto medico a domicilio per una persona con diabete non autosufficiente. Le volontà dell’associazione si sono incontrate con la disponibilità della dottoressa Chierici, con un’esperienza più che ventennale da diabetologa ospedaliera, e che si è resa da subito pronta a far partire il progetto. In accordo con i medici di medicina generale e le diabetologie, in un anno ha visitato circa un centinaio di pazienti e offerto supporto a loro e alle loro famiglie, sgravandole del carico assistenziale che pesava sulle loro spalle a causa della mancanza di competenze necessarie per aiutare le persone care a gestire la patologia. 

“Ci siamo subito resi conto di quanto importante fosse questo servizio quando, dopo una prima fase di comprensione e analisi, abbiamo cominciato a ricevere da tutto il territorio romagnolo richieste di presa in carico di pazienti con le storie più diverse alle spalle, ma tutti accomunati dalla grande difficoltà nella gestione di una patologia così complessa – ha detto Pierre Cignani, presidente di Diabete Romagna -. La vera comprensione del nostro ruolo e dell’importanza di questo servizio è arrivata nel momento in cui siamo entrati nelle case delle persone che stanno usufruendo di questo servizio e abbiamo ricevuto i loro grazie. Il video che abbiamo realizzato grazie al nostro volontario Stefano Marconi, e disponibile al link https://www.youtube.com/watch?v=QyUMUaT-oCE e sulla pagina Facebook di Diabete Romagna è stato per noi lo strumento perché Roberta, Dino e Franco potessero uscire ulteriormente dall’isolamento che spesso la malattia crea e raccontare con la loro voce cosa può voler dire vivere il diabete con la difficoltà di non riuscirlo a gestire in autonomia. Per loro trovare un medico che, a domicilio e con la formazione professionale di un diabetologo, possa offrire gratuitamente il supporto necessario. è stato motivo di sollievo e quasi di rinascita. Il progetto è gratuito e interamente finanziato dalle donazioni dei sostenitori e confidiamo possano crescere sempre di più, perché le richieste che l’associazione sta ricevendo sono sempre più numerose”.

Per conoscere il progetto e sostenerlo: www.diabeteromagna.it.