Il certificato medico per le assenze per malattia da scuola e dall’asilo potrebbe tornare? Qualcosa si muove. Dopo le proteste dei genitori e degli insegnanti, preoccupati perché bambini ancora contagiosi vengono mandati superficialmente in aula dai genitori, anche la politica ha cominciato ad occuparsi del caso. Lo ha fatto a Bologna, dove più vivaci sono state le contestazioni e dove è partita una raccolta firme, durante il question time di venerdì pomeriggio in Consiglio comunale. A porre l’interrogativo è stata la consigliera Elena Foresti (Movimento 5 stelle) la quale ha chiesto di conoscere il pensiero del sindaco e della giunta sull’argomento “per sapere dall’amministrazione se non ritiene necessario intervenire affinché la Regione Emilia-Romagna ascolti l’appello degli insegnanti e sostenga la necessità di reinserire il certificato di riammissione a scuola dei bambini” dopo cinque giorni di assenza per malattia. E di abrogare la legge regionale del luglio del 2015 che ha cambiato radicalmente le carte in tavola.
L’assessore bolognese alla Sanità Giuliano Barigazzi si è dichiarato possibilista e non ha negato a priori un ripensamento sulla questione assieme al collega in Regione: la materia difatti è strettamente di competenza regionale (il certificato in alcune Regioni non è stato abolito). Barigazzi si è detto “d’accordo sull’idea di riaprire una discussione su questo tema e ho già sentito anche il collega regionale e c’è questa disponibilità“.
Poi ha precisato: “La scomparsa del certificato di riammissione è stata fatta alla fine di un lavoro del ministro della Salute nel 2004. Il certificato era ritenuto scarsamente utile sull’assunto che le malattie infettive sono spesso contagiose in fase di incubazione, ma molto raramente quando il soggetto è convalescente. Quindi l’abrogazione di questa e altre certificazioni che erano state fatte nello spirito della semplificazione era stata effettuata sulla base delle evidenze scientifiche sui tempi di incubazione ma anche di una valutazione epidemiologica della diffusione e dell’andamento delle malattie infettive nella nostra regione, in Italia e in Europa. L’evidenza scientifica a oggi è ancora quella, naturalmente. Lo dico perché c’è bisogno che ci ancoriamo in quella discussione a qualcosa. Non ho dati del Comune che dicano che in questo periodo in cui è scomparso il certificato ci sia stata una variazione delle malattie per questo motivo”.
Detto questo, l’assessore bolognese si è detto preoccupato per “il disagio” manifestato da genitori e insegnanti ed ha aggiunto che “se c’è un malessere che viene manifestato si può riaprire il tema e provare a capire se dobbiamo cambiare di nuovo quella norma o se possiamo avviare comunque un confronto. Mi pare il minimo”.
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