Gli antibiotici, se usati male, possono avere conseguenze indesiderate sulla salute di chi li assume. E fare sì che alcuni batteri diventino resistenti e causino infezioni difficili da curare. La Regione Emilia-Romagna è impegnata da oltre dieci anni in una battaglia per ridurre la prescrizione inappropriata degli antibiotici nella popolazione in generale e in particolare nei bambini. Battaglia che sta dando i suoi frutti: se, infatti, nel 2009 sono stati prescritti circa 1.400 antibiotici per mille bambini (da zero a tredici anni), nel 2016 il dato è sceso a 881 prescrizioni. A parlarne è Carlo Gagliotti, che per l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale coordina il progetto “Prevenzione dell’antibioticoresistenza e delle infezioni in ambito assistenziale”.
Perché l’antibiotico somministrato quando non serve fa male?
“Prima di tutto perché il paziente può avere effetti collaterali, dalla diarrea fino alle allergie più o meno gravi. E poi perché nei territori dove è più alto l’utilizzo, registriamo una maggior frequenza di antibioticoresistenza. Insomma, darlo quando non è necessario non solo non dà benefici ma genera un rischio. Questo oltre a essere una preoccupazione per la mamma e il papà interessati alla salute del loro bambino costituisce anche un problema sociale”.
Perché per parecchio tempo l’antibiotico è stata la strada più facile?
“Per vari motivi. Prima di tutto perché, culturalmente, quello dell’antibiotico ‘facile’ è stato percepito come un approccio più cauto, più prudenziale nonostante i potenziali rischi. Poi perché i genitori, come è emerso da una rilevazione fatta in regione alcuni anni fa, talvolta premono perché il bambino possa assumerlo pensando di farlo guarire prima. Infine, non è sempre facile capire se un’infezione è virale o batterica. E nel dubbio, il pediatra sceglie di prescriverlo. Ecco perché abbiamo dotato i pediatri di libera scelta di linee guida per la gestione delle più comuni infezioni e di test diagnostici rapidi, in modo da avere in ambulatorio uno strumento valutativo più”.
Quali sono le principali cause di prescrizione, nei bambini?
“Il mal di gola e l’otite media acuta. Su queste due patologie, all’interno del ProBA (Progetto bambini e antibiotici), abbiamo sviluppato delle linee guida con la collaborazione di pediatri di libera scelta, pediatri di comunità, pediatri ospedalieri e otorinolaringoiatri. Linee guida che sono state diffuse, implementate e poi aggiornate, dando delle raccomandazioni basate su evidenze scientifiche. Sempre nell’ambito del progetto abbiamo promosso la formazione dei pediatri della regione e abbiamo sviluppato una reportistica personalizzata che consente a ciascun pediatra di verificare quali e quanti antibiotici ha prescritto e di confrontarsi con gli altri colleghi operanti nello stesso territorio”.
La campagna “Antibiotici: è un peccato usarli male” come vi ha aiutati?
“Ci è servita, dal 2014 a questa parte, ad agire sulla popolazione. In questi giorni in cui c’è il picco delle infezioni virali siamo nelle aziende sanitarie con i nostri materiali e nei principali comuni della regione con i nostri cartelloni esposti in autobus e fermate del trasporto pubblico urbano. Ne abbiamo prodotti anche in formato video per arrivare meglio alla gente e per spiegare, ad esempio, quanto sia importante lavarsi le mani con acqua e sapone per evitare di ammalarsi”.
Vi siete dati un obiettivo?
“Sì, fare in modo che tutte le persone che hanno bisogno di un antibiotico ricevano una terapia efficace e, allo stesso tempo, ridurre quanto più possibile le prescrizioni non necessarie. Vorremmo, in buona sostanza, avvicinarci ancor di più ai livelli di appropriatezza nella prescrizione degli antibiotici che sono stati raggiunti in alcuni Paesi del Nord Europa.”