Meno di un mese fa il preside di un liceo di Faenza ha fatto appendere sulle quattro sedi delle scuole degli striscioni anti-omofobia a tutela di uno studente discriminato perché omosessuale. A circa 200 chilometri, il Comune di Piacenza decide invece di uscire dal progetto “Ready”, la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Lo scrive Libertà.

La rete Ready, si legge on-line, mette in contatto le pubbliche amministrazioni impegnate nella promozione dei diritti delle persone Lgbt indicando anche ipotesi di intervento sul territorio, come azioni volte a promuoverne identità, dignità, diritti, e a individuarne i bisogni; interventi di informazione e sensibilizzazione pubblica; azioni specifiche rivolte al personale impegnato in campo educativo, scolastico, socio assistenziale e sanitario; azioni di informazione e prevenzione sanitaria e interventi rivolti al mondo produttivo sui temi del diritto al lavoro delle persone Lgbt; operazioni di contrasto alle discriminazioni multiple.

La giunta comunale di Piacenza ha così motivato l’uscita da Ready: “Questo progetto imponeva modelli di educazione sessuale ai più piccoli che, a nostro avviso, non erano rispettosi dell’autonomia genitoriale e della sensibilità dei bambini”.