Barbara Baccin non aveva tatuaggi. Tantomeno la passione. Ha iniziato con una camelia, di quelle del giardino di sua nonna, che quando si è ammalata di Alzheimer l’ha portata a interrogarsi sulle cose che cambiano e sull’idea di per sempre. Trentatré anni, piemontese, incinta di otto mesi, all’inizio di giugno ha aperto a Marina di Ravenna “Black Lotus Tattoo Shop”, iniziando dunque un’attività artistica e imprenditoriale a poche settimane dal parto.

“Non sono spaventata troppo dal problema della conciliazione – racconta -. Pur non potendo avere l’aiuto dei miei genitori, che non vivono qui, posso contare su mia suocera. Non solo: mi gestirò gli appuntamenti in base alle esigenze e ai ritmi della mia nuova vita di mamma. E, quando non potrò fare altrimenti, porterò mia figlia in studio“.

Arrivata a Ravenna per frequentare l’Accademia di belle arti, Barbara ha studiato anche fotografia, video e animazione grafica, per poi avvicinarsi gradualmente al mondo dei tatuaggi: “Dopo un corso a Milano, mi sono impratichita a casa sugli amici, sul mio fidanzato, che ha dato così una forte prova d’amore, e anche su me stessa. Sul mio corpo, per ora ho interrotto per via della gravidanza”.

Non sarà facile, certo, farsi conoscere e affrontare la concorrenza: “Siamo in tanti a fare questo lavoro e conta spesso il passaparola. Ma ogni tatuatore credo abbia la sua specialità. Siamo artisti, anche se forse non sempre percepiti come tali. I clienti arrivano in genere con una richiesta precisa, con un disegno già fatto. Io cerco sempre di proporre qualche modifica, per metterci del mio. Il confine tra il tuo talento e la semplice esecuzione di un servizio è a volte molto sottile. Bisogna stare in equilibrio”.

Quanto alla moda, ormai secondo lei molto radicata, di tatuarsi nomi e date di nascita dei figli, la neo tatuatrice non commenta: “Ognuno fa quel che crede, sulla propria pelle. I ricordi restano impressi e cambiano con l’invecchiamento, questo è il bello. Su compagne e mariti, però, suggerisco di tatuarsi al massimo un simbolo, non il nome. Non si sa mai che diventino degli ex”.