Continua, in Romagna, la mobilitazione dei genitori che dicono no al decreto legge che introduce dodici vaccinazioni obbligatorie come requisito per l’accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia.
Il Comitato per il Libero Consenso Vaccinale ha posticipato a venerdì 26 maggio alle 10, in piazza Anna Magnani a Cesena, una nuova protesta, sull’onda dello sciopero della fame iniziato domenica scorsa da Giorgio Gustavo Rosso, editore del gruppo Macro.
Intanto, il gruppo forlivese Genitori Uniti Romagna ha organizzato per domani 24 maggio dalle 10 alle 12, davanti alla sede Ausl di Via Colombo a Forlì, un flash mob mentre in serata Maria Cristina Reciputi, 48 anni, psicologa, mamma di tre bambini di 13, 10 e 8 anni, che ha cominciato lunedì lo sciopero della fame, si incatenerà in Piazza Saffi davanti al Comune come segno di protesta e resistenza.
“Ai genitori – sostengono i genitori in questione – viene tolta la possibilità di decidere se vaccinare i propri bambini ed, eventualmente, contro quali malattie e con quali tempistiche. Addirittura si paventa loro la possibilità di perdere la patria potestà sui propri figli nel caso non si adeguassero immediatamente alla normativa. Anche coloro che avevano ottemperato agli obblighi vigenti fino a poco tempo fa, con sgomento, si ritrovano inadempienti nei confronti della legge, visto che le vaccinazioni obbligatorie sono state portate da 4 a 12 con un atto assolutamente ingiustificato e incomprensibile. Da settimane sentiamo parlare di una supposta epidemia di morbillo, nonostante gli stessi dati messi a disposizione dall’Istituto Superiore di Sanità ci dicano che i casi che si sono verificati dall’inizio dell’anno (ancora non confermati da esami, per altro) sono gli stessi del 2013 e la metà di quelli del 2011. Qualche anno fa nessuno parlava di ‘emergenze’ o di ‘epidemie’; oggi il Governo vorrebbe imporci 8 nuovi vaccini perché ci sono stati 2.200 casi di morbillo in tutta Italia. Allo stesso modo, con la stessa arroganza ormai tipica di buona parte dei nostri politici, ci vengono fornite informazioni parziali, inesatte o addirittura fasulle: si parla spesso di ‘effetto gregge’ senza però dire che ci sono studi che dimostrano che anche con coperture altissime si verificano focolai delle malattie che in teoria non dovrebbero più circolare; si dice che i vaccini non hanno effetti collaterali importanti, quando dalla risposta di un’interrogazione fatta in Senato sappiamo che al 31 dicembre del 2015 in Italia c’erano 609 danneggiati gravi da vaccino, 22 morti e 8.000 casi ancora da valutare; si dice che la comunità scientifica è concorde nel sostenere che i vaccini siano assolutamente sicuri quando ci sono sempre più ricerche eseguite da medici accreditatissimi che dimostrano come in realtà molte malattie invalidanti siano correlate all’introduzione nel corpo degli adiuvanti contenuti nei vaccini”.
Fino a giovedì le famiglie erano concentrate sul ricorso al Tar contro i regolamenti comunali che impedivano l’accesso dei bambini non vaccinati ai nidi, mentre “oggi siamo tutti uniti nel contestare questo decreto legge, le modalità con cui è stato promulgato e nel cercare di ostacolare l’approvazione di una legge che lederebbe i diritti fondamentali delle persone e discriminerebbe una parte della popolazione infantile”.
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