capricci“I terrible two non esistono”. L’educatrice Agnese Piani e la psicologa Elisa Damiani smonteranno i luoghi comuni e gli stereotipi che ruotano intorno al periodo tra i due e i tre anni, spesso declinato in negativo e descritto attraverso le etichette dei capricci, dell’aggressività, delle scenata, della sfida perenne del bambino verso l’adulto. Lo faranno sabato 18 marzo alle 16 durante l’incontro gratuito in programma al Centro di crescita/Sogno del bambino di Forlì (via Pelacano 8/A).

Entrambe mamme, Piani e Damiani sentono spesso i genitori dei bimbi di due anni raccontare dei loro bambini come cattivi e poco ubbidienti: “Nulla di più sbagliato – spiega la prima -. A due anni si apre una fase di crescita importantissima, nella quale il bambino capisce di essere una persona staccata dalle altre e indipendente, capace di fare da sé. Come diceva Maria Montessori, ‘aiutami a fare da solo’: questo pensa il bimbo, che spesso non dà retta o vuole fare di testa sua perché sta sperimentando e vuole affermarsi”.

I genitori, oltre a liberarsi dei pregiudizi, dovrebbero insomma “crescere con i loro bambini, trasformandosi in guide e non sergenti”. Un esempio? “Un bambino di quell’età è già in grado di trovare soluzioni, di scendere a compromessi. Se la situazione non è pericolosa e il ‘capriccio’ riguarda qualcosa di cui si può discutere insieme, è bene cercare di risolvere le cose ascoltando anche il punto di vista del piccolo”.

Insomma, nulla di così terribile come si pensa: “Certi genitori parlano anche di ‘terrible three’ e ‘terrible four’, come in un eterno lutto riguardante la crescita. No, ogni fase ha i suoi cambiamenti, tutti interessanti da vivere. L’importante è che l’adulto abbia voglia di mettersi in gioco, non rinunciando mai alla fermezza e a poche ma importanti regole. E tenendo sempre alta la fiducia nel proprio bambino”. 

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