Quaderni scuolaE così arriva anche il giorno della consegna delle pagelle.
Sono quelle del primo quadrimestre, quelle del giro di boa, quelle che tutto si può ancora risolvere, hai detto smargiasso.
Te ne sei fregato amenamente del consiglio di presentarti in anticipo.
Eri talmente tranquillo, che con nonchalance ti sei offerto di portare con te anche il quasi treenne dal capriccio facile.
E, non pago, hai guidato rispettando i limiti, nessun sorpasso e ben tre vecchiette lasciate attraversare.
Una passerella, ripetevi.
Una passeggiata di salute, che vuoi che sia, hai detto ridendo.
Arrivi a scuola e nelle immediate vicinanze non c’è un parcheggio nemmeno a pagarlo.
Addirittura ci sono macchine in doppia fila con le quattro frecce e un parente lasciato dentro a fare la guardia.
Guardi l’orologio, manca mezz’ora alla fine della consegna.
Non è poco ma non è nemmeno tanto.
Vabbè, vuol dire che cammineremo un po’ più veloce, hai pensato.
Trovi un posto tra un camper hippie e un suv appena uscito dalla concessionaria.
Esci dall’abitacolo con un combo collo-anca-bacino che il serpente Kaa del libro della giungla morirebbe di invidia.
Ti avvicini allo sportello di dietro e vedi che non c’è lo spazio fisico per aprirlo quanto basta per estrarre tuo figlio vivo dalle lamiere.
Lui annusa la tua difficoltà e inizia a piangere.
E piange non perché vuole uscire, piange perché lui vuole rimanere in macchina, naturalmente.
Inspiri profondamente e, per puro orgoglio, conservi un sorriso finto come gli zigomi di Barbara d’Urso .
Mancano venti minuti e arriva il colpo di genio.
Abbassi il finestrino, e il nano, appena ti vede entrare con il testone, si mette a ridere: è fatta, ce l’hai in braccio.
La tua soddisfazione si trasforma in lacrime di pioggia.
Non hai l’ombrello e allora inizi a correre, finché un lamento non ti ferma.
Avete perso il coniglio Gigi. Allora tonate indietro, sempre di corsa.
Non c‘è nemmeno un lampione. Accendi la torcia del cellulare ma muore quasi subito a causa del tuo perenne 1 per cento di batteria.
Il treenne, però, ha la vista buona e ti indica che l’ex candido coniglietto Gigi è laggiù vicino al marciapiede.
Mentre tu hai ripreso la corsa a perdi fiato, l’erede piange a perdi fiato per quella riga nero fumo che tatua il lato destro del suo pupazzo.
Entri trafelato dentro la scuola che mancano circa dieci minuti.
Avremo poca gente davanti, pensi.
La classe, naturalmente, è in fondo al corridoio.
Il nano, naturalmente, trova in quel liscissimo corridoio un’occasione unica per correre e scivolare sulle ginocchia come Ronaldo dopo un gol.
Dopo aver schivato un pilone di cemento, un attaccapanni  e un banco traballante, e dopo aver dato diversi bacini sul mignolo rimasto schiacciato, probabilmente, sotto il suo stesso tallone, arrivate a destinazione.
In attesa, ci sono sei genitori, ovvero tre coppie.
I Lui giocano a Candy crash, le Lei parlano tra loro con aria che va dal polemico al preoccupato.
La mamma che era dentro esce quasi in lacrime.
I Lui, ignari di tutto, non si scompongono, le Lei annuiscono con livida soddisfazione, come dire facevamo bene a preoccuparci.
Tu cerchi un bagno per asciugare pioggia e sudore mentre il nano ha ripreso a piangere.
Si starà annoiando, pensi.
Invece è colpa del barboncino senza una zampa di una tizia della classe a fianco che ha strappato una gamba al coniglietto Gigi.
Serata zoppa, pensi, e te la ridi da solo.

Una non precisata mamma ti fa entrare al suo posto, un po’ per compassione, un po’ perché sei simpatico per quello che scrivi sulla chat dei genitori.
Il marito non se ne accorge nemmeno perché sta per battere il suo record di punti.
Entri e hai di fronte tutto il corpo docenti.
Ti consegnano la pagella. Tutti nove.
Sua figlia va bene, ma.
La fermi proprio sul ma.
Signora maestra, siamo al giro di boa, tutto si può ancora risolvere, ci vediamo a giugno.
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