“Normalmente, noi uomini, su questi temi non ci esprimiamo”. Ma dopo l’ultimo femminicidio avvenuto a Parma lo scorso settembre, quando la 39enne Elisa Pavarani è stata uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Luigi Colla, un gruppo di uomini ha deciso di uscire dal guscio. Lo ha fatto stimolato dalla giornalista Chiara Cacciani, che ha coinvolto persone a vario titolo sensibili al tema. Tra le quali Alvaro Gafaro, che nella vita si occupa di psicologia organizzativa in ambito aziendale e che, in passato, ha lavorato con la tossicodipendenza e la violenza domestica. Insieme a lui, una decina di altri uomini hanno dato vita a “Maschi che si immischiano”, che per ora è il nome di un comitato e di una pagina Facebook ma che, nelle prossime settimane, potrebbe diventare qualcosa di ben più strutturato.

maschi, femminicidioIl 25 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, c’erano anche gli uomini del gruppo – con il laccio fucsia sulle scarpe – a organizzare un corteo parallelo a quello del Centro Antiviolenza e delle donne di Parma: “Quella è stata la nostra prima uscita pubblica ma abbiamo moltissime idee da sviluppare. Vogliamo evitare di parlarci addosso, il nostro obiettivo è fare azioni concrete per aiutare le persone, partendo dal mondo della scuola”. 

L’obiettivo è cambiare la cultura maschilista: “Ci sono molti altri validi modi di fare il maschio, ben lontani dalle modalità della violenza fisica e psicologica. Sebbene ci si possa stupire che nel 2016, in Italia, siano ancora concetti da ripetere e ribadire, visto che la parità di diritti tra uomo e donne non è mai stata raggiunta veramente, come si nota anche in una certa cultura della giurisprudenza, dei servizi sociali e delle forze dell’ordine, la realtà dei fatti ci impone di metterci al lavoro”.

Tra le prossime iniziative, ci saranno un convegno su stereopiti e pregiudizi nel linguaggio e uno spettacolo teatrale messo in scena da sette segli uomini di “Maschi che si immischiano”. Ma è il mondo dell’educazione e della scuola quello al quale si punta di più. Alvaro Gafaro lo dice anche da papà di due figli di 28 e 25 anni educati “senza sberle e nel rispetto dell’altro”. E lo dice anche da organizzatore del progetto “Il cerchio dei papà”, nato a Parma due anni fa per creare uno spazio dedicato agli uomini genitori: “Lì, non smetto mai di ripetere che i figli vanno educati, non picchiati. Che tirare su un figlio per bene richiede impegno e immaginazione, non è certo una passeggiata. Ma che è possibile farlo senza violenza, con benefici enormi per loro, per noi, per la società. Così come è possibile farlo, usando amore, poche regole e fermezza, aumentando nei bambini autostima, desiderio di autorealizzazione e capacità di entrare in empatia con l’altro. Vogliamo uomini che rispettino le donne, vogliamo uomini che educano i figli a non usare violenza”.

Per ora, intorno al progetto dei “Maschi che si immischiano” sono arrivate moltissime richieste di collaborazione: “E siamo solo all’inizio”.

Gli altri “Maschi che si immischiano” sono:
Maurizio Artoni, Danilo Esposti (fondatori Cerchio dei Papà)
Stefano Fornari (consiglierre comunale)
Marco Deriu (professore universitario)
Stefano Zanzucchi (esperto di marketing)
Andrea Corsini (educatore Gruppo Scuola)
Gabriele Balestrazzi (giornalista)
Cesare Pastarini (giornalista ed scrittore)