Il loro nome è “E pur si muove”. Sono le famiglie del Riminese che si sono unite per dire no all’obbligo vaccinale come requisito d’accesso per i nidi d’infanzia introdotto di recente dalla Regione Emilia-Romagna.
“Vengono prese decisioni – dicono i genitori – ignorando volutamente una grossa parte della popolazione. Vengono fatte leggi sfruttando una divisione sociale studiata e creata a tavolino, che cavalca l’onda delle paure, giustificabili ma ad oggi infondate, verso malattie che non esistono più da anni ma men che meno stanno tornando.Vengono fatte leggi che mirano all’emarginazione sociale di quei piccoli soggetti i cui genitori, legalmente, hanno scelto un percorso diverso ma non per questo sbagliato, rispetto a quello seguito dalla maggioranza”.
Il gruppo – che è anche su Facebook – fa sapere di aver scritto alla Regione, ai sindaci, vice sindaci ed assessori per dire la propria, ma senza alcuna risposta: “L’opinione pubblica in genere vede chi sceglie di non vaccinare i propri figli come degli irresponsabili, i loro figli come degli untori e soggetti egoisti che minano la salute pubblica. La realtà è molto differente, noi siamo quelli che cercano il confronto perché solo parlando e mettendo tutte le carte sul tavolo si può trovare veramente una soluzione comune a tutta questa situazione. Noi siamo quelli che a spese nostre ci muoviamo in tutta i Italia e facciamo visita a quelle famiglie che hanno subito la scelta vaccinale ritrovandosi spesso con i propri figli, nella migliore delle ipotesi gravemente danneggiati, nella peggiore morti”.
Le famiglie in questione ribadiscono che la richiesta è quella di esercitare un diritto, “quello di poter usufruire di un servizio pubblico o privato che sia, quale l’asilo nido è, e chiedere che ogni genitore, indipendentemente da quale scelta ritenga più giusta per i suoi figli, possa attuarla in piena consapevolezza, coscienza e libertà”.
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