“Proteggersi sempre. Discriminare mai”. Il titolo della campagna di sensibilizzazione della Regione Emilia-Romagna sull’Aids coglie un dato: il costante aumento delle persone che si scoprono sieropositive già in fase avanzata, o addirittura in Aids conclamato. Nel 2015, in regione, rappresentano il 51% delle nuove diagnosi. L’annuale rapporto regionale realizzato per la Giornata mondiale contro l’Hiv/Aids – che si celebra oggi – descrive una realtà che, mentre l’anno scorso sembrava mostrare un’inversione di tendenza, è tornata invece a crescere.
“L’Hiv e l’Aids non vanno sottovalutati- sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Le cure oggi sono importanti, ma si continua a morire. E quando non si muore si deve convivere con una malattia cronica per tutta la vita. Il mio invito è di essere consapevoli: è importante che i rapporti sessuali siano protetti, ed è importante fare il test Hiv perché il ritardo della diagnosi aumenta la probabilità di diffusione dell’infezione e ritarda l’avvio delle terapie antiretrovirali, meno efficaci di fronte a un sistema immunitario fortemente indebolito”.
Di positivo c’è che diminuiscono, seppur di poco, le nuove diagnosi di Hiv tra i residenti: nel 2015 sono state 288, confermando il lieve calo registrato negli ultimi anni. L’identikit della persona sieropositiva è maschio, tra i 30 e i 39 anni, italiano. La modalità di trasmissione principale si conferma quella sessuale.
Il Servizio sanitario regionale promuove interventi educativi (molti nelle scuole) per favorire una sessualità consapevole e garantisce il test Hiv gratuito e anonimo. Per la Giornata mondiale dell’1 dicembre tante le iniziative promosse in tutta la regione da Aziende sanitarie, associazioni di volontariato, enti locali, a partire dai test day per la diagnosi dell’Hiv in molte piazze dell’Emilia-Romagna, fino ai primi di dicembre. A Bologna, ad esempio, fino al 4 dicembre, si svolge “Sosta consigliata”, iniziativa dell’Azienda Usl, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, del Comune e di diverse associazioni di volontariato. In diverse postazioni della città è possibile eseguire il test Hiv: all’Ospedale Maggiore, al Sant’Orsola, al Polo Roncati di via Sant’Isaia 90. Informazioni sulla malattia e su come prevenirla anche al Cassero e al BLQ-Bologna check point di via San Carlo, struttura non sanitaria dedicata alla comunità Lgbt (termine per esprimere la comunità di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender) per promuovere la salute sessuale
Il Numero verde Aids 800 856080 regionale è attivo dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18 (il lunedì anche dalle 9 alle 12), ed è gestito dall’Azienda Usl di Bologna per tutto il Servizio sanitario. Il sito internet Helpaids offre anche consulenze in anonimato, a cui risponde un’equipe di infettivologi, psicologi, ginecologi e ostetriche ed è gestito dalle Aziende sanitarie di Modena per tutto il Servizio sanitario regionale.
Nel 2015 le nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti in Emilia-Romagna sono state 288, pari a 6,5 ogni centomila abitanti: erano state 338 nel 2014 (7,6 ogni centomila abitanti), 300 nel 2013, 373 nel 2012, 361 nel 2011, 388 nel 2010, 418 nel 2009.
Nell’intero periodo di sorveglianza (2006 – 2015) tra le persone sieropositive, il 73,7% è maschio, il 32,7% ha 30-39 anni, il 70,9% è italiano. Le classi di età più colpite sono tra i 20 e i 49 anni (79,7%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. Il rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni donna. L’età media della persona al momento della diagnosi di Hiv è pari a 39,9 anni.
La modalità di trasmissione principale si conferma quella sessuale, con il 92% delle diagnosi anche nel 2015 (come nel 2014, era l’88% nel 2013, l’89% nel 2012, l’87% nel 2011): 49% attraverso rapporti omo-bisessuali, 43% eterosessuali. Molto bassa la percezione del rischio tra le persone eterosessuali: solo il 14,6% delle persone sieropositive l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi.
Dal confronto tra le diverse province, il più alto numero di nuove diagnosi di Hiv nel 2015 si è avuto a Parma (8,5 ogni centomila abitanti) e a Ravenna (7,9), il più basso si è avuto invece a Reggio Emilia (4,5) e a Modena (5). Le altre province: Piacenza 7,3 nuove diagnosi ogni centomila abitanti, Bologna 7,3, Ferrara 5,1, Forlì-Cesena 7,1, Rimini 5,9.
Le persone entrate nella fase conclamata della malattia nel 2015 sono state 77 (73 nel 2014, 78 nel 2013), pari a 1,7 casi ogni 100.000 residenti, un dato che pone l’Emilia-Romagna allo stesso livello della Lombardia nel confronto nazionale e dopo Toscana, Lazio, Liguria. Erano 1,5 ogni centomila residenti nel 2014, 1,8 nel 2013, 2,2 nel 2012. Le persone con Aids in Emilia-Romagna sono prevalentemente maschi (rapporto maschio/femmina 2,9 a 1). Grazie alle terapie antiretrovirali il numero di decessi nel tempo è molto diminuito e per molti malati l’Aids è oggi alla stregua di una malattia cronica.
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