tribunale sentenza giustiziaEra l’inizio di gennaio del 2011 quando Devid Berghi, un neonato di venti giorni, morì per il freddo dopo essere stato portato in giro per Bologna, a zero gradi, dalla mamma e dal papà, che non avendo una casa sicura avevano anche bivaccato per ore in Sala Borsa. Il suo gemello fu salvato con ricovero d’urgenza al Sant’Orsola.

A distanza di quasi sei anni arriva la sentenza della Corte d’Appello di Bologna che parlando di “vita randagia” al quale il piccolo venne esposto, conferma la responsabilità dei genitori, riducendo però la pena per entrambi da due anni a uno e quattro mesi. Assolte le assistenti sociali Mariangela Celeste e Antonella Tosarelli.

I giudici ritengono responsabili i genitori di non essersi rivolti ai servizi territoriali per trovare una sistemazione abitativa e di aver esposto il piccolo a scarse condizioni igieniche a agenti patogeni vari, girovagando per luoghi molto affollati. Non li ha scagionati la paura di un allontanamento dei minori da parte dei servizi sociali, che “non giustifica la loro esposizione al pericolo che una vita ‘randagia’ comportava e, in effetti, purtroppo ha comportato”.