Violenza bambiniDopo l’ennesimo caso di maltrattamenti all’asilo e l’arresto di due educatori, il Pianeta dei bambini, franchising di asili nido e scuole materne, sottolinea di battersi da tempo per l’occhio elettronico nelle strutture avendo attivato la campagna #telecamerealnido.

“È indispensabile che tutti gli asili nido e le strutture socio-assistenziali in generale possano utilizzare telecamere a circuito chiuso – rendono noto i titolari -. Il progetto # telecamerealnido nasce insieme ad Antares che ha brevettato un nuovo pensiero di videosorveglianza: le riprese sono a circuito chiuso, non sono a disposizione né di genitori né di titolari. Solo le forze dell’odine hanno libero accesso e possono accedere immediatamente, al primo campanello d’allarme senza attendere ulteriori mesi di raccolte prove. Dalla segnalazione all’intervento vero e proprio possono passare mesi, purtroppo”.

Ad oggi, però, non è ancora possibile installare telecamere negli asili nido, non è consentito per legge: “Stiamo aspettando risposte concrete dal Garante della privacy – continuano dal Pianet dei bambini – e da tutti gli enti preposti. Anche se qualcosa si sta muovendo ultimamente, è possibile sostenerci firmando la petizione su change.org: ‘Vogliamo le telecamere negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali’, connettersi alla pagina facebook: #telecamerealnido e condividere la propria foto usando l’hashtag: #telecamerealnido”.

Come altra opera di prevenzione inoltre si insiste sulla “supervisione sia psicologica che pedagogica costante dell’equipe“, cioè “un monitoraggio effettuato da una psicologa  e da una pedagogista che si recano presso le varie strutture per effettuare delle osservazioni accurate sul livello di benessere dei bambini e sul benessere dell’equipe”. Cosa che avviene regolarmente nelle strutture affiliate al Pianeta dei bambini perché “l’occhio esterno di un supervisore, è in grado di lavorare oltre che sul benessere dei bambini, anche sulla prevenzione: l’educatrice può vivere momenti di forte stress personale o lavorativo. Il supervisore supporta con strumenti specifici l’equipe educativa affinché tale stress non incida nella qualità lavorativa e non possa scaturire comportamenti di maltrattamento nei confronti dei bambini”.